I Ministeri del Lavoro e dell’Economia hanno respinto con parere sfavorevole all’approvazione, le due delibere approvate dal Comitato amministratore della Gestione separata del 18 marzo 2010 in merito all’esenzione per i redditi fino a 3000 euro e la restituzione dei contributi a 65 anni per gli iscritti.
Le due proposte approvate dall’organismo di categoria riguardavano l’esenzione dall’obbligo di versare i contributi all’Inpgi 2 per i giornalisti liberi professionisti con o senza partita Iva che, nell’esercizio di attività giornalistica autonoma, percepissero un reddito annuo inferiore a 3.000 euro e l’ampliamento dei casi in cui attualmente è possibile la restituzione dei contributi una volta compiuti i 65 anni di età.
Nel primo caso, ovvero l’esenzione dei contributi fino a 3.000 euro annui, i Ministeri hanno ritenuto di non poter dar corso all’approvazione in quanto la Gestione separata costituita presso l’Inpgi non è assimilabile alla Gestione separata dell’Inps.
In effetti, secondo le disposizione è espressamente previsto l’esonero per i redditi inferiori a 5.000 euro annui e per le Gestioni istituite con il Decreto 103/96 (come quella dell’Inpgi) non è possibile introdurre attraverso una previsione regolamentare fasce di reddito esenti.
I Ministeri hanno espresso parere negativo anche per la possibilità di ampliare le ipotesi di restituzione dei contributi al raggiungimento del 65° anno di età.
In questo modo, si è ribadito che la restituzione dei contributi con le modalità proposte nella delibera introdurrebbe, nel regime previdenziale della Gestione separata Inpgi, una prestazione in capitale che non è prevista nell’ambito del sistema di calcolo delle pensioni delineato nella legge 335/95, la quale obbliga invece l’Istituto a corrispondere ai propri iscritti la pensione maturata, anche se di importo esiguo.
In risposta alle decisioni dei Ministeri, il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, ha osservato che
Le due delibere proposte ai Ministeri dal Comitato amministratore intendevano essere un segnale di attenzione alla fascia più debole e meno tutelata della categoria, tenendo conto anche della necessità di coordinare la Gestione separata dell’Inpgi con quella dell’Inps […] Purtroppo i Ministeri hanno ritenuto che le previsioni di legge vigenti, in base alle quali sono state espresse le motivazioni tecnico-giuridiche negative, non fossero in alcun modo superabili da valutazioni di altro tipo. Il tema resta comunque aperto e, alla luce delle motivazioni addotte, potrà essere affrontato proponendo una riforma di tipo legislativo. L’attenzione nei confronti dell’adeguatezza delle prestazioni e delle coperture di welfare verso gli iscritti alla Gestione separata deve rimanere alta