Lo scorso 15 luglio 2011 il Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi ha approvato all’unanimità la riforma previdenziale che, secondo le osservazioni dell’organo di gestione dell’Istituto, dovrebbe assicurare solidità ai conti dell’Istituto anche nel lungo periodo. Il Consiglio ha ribadito l’aumento contributivo del 3% a carico delle aziende nell’arco di cinque anni tra il 2012 e il 2016, e sgravi previdenziali per le nuove assunzioni. Non solo, l’Inpgi ha anche recepito i nuovi limiti relativi all’età pensionabile delle donne che sarà aumentata progressivamente a 65 anni nell’arco di dieci anni tra il 2012 e il 2021.
I nuovi sgravi contributivi messi a punto dall’istituto previdenziale dei giornalisti saranno validi solo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e sono fissati nella misura del 60% per tre anni, con una riduzione del 12% del costo del lavoro.
Il Presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, ha sottolineato l’effetto positivo delle nuove norme
La profonda ‘gobba’ previdenziale che era prevista tra il 2020 e il 2040 tende di fatto quasi a scomparire, il patrimonio dell’Istituto sarà sempre crescente e nei prossimi 50 anni non intaccheremo le riserve accantonate
L’aliquota contributiva IVS a carico delle aziende, attualmente pari al 20,28%, salirà di un punto dal 1/1/2012 arrivando al 21,28%, mentre un secondo punto percentuale di aumento decorrerà dal 1/1/2014 quando l’aliquota salirà al 22,28% e, partire dal 1/1/2016, si porterà l’aliquota a regome ad una percentuale del 23,28%. L’Inpgi ha anche ribadito che resterà inalterata l’aliquota a carico dei dipendenti, pari all’8,69%. A regime, comunque, le aliquote IVS saranno per l’Inpgi ancora inferiori di oltre l’1% a quelle previste per l’Inps (lo 0,53% in meno a carico delle aziende e lo 0,5% in meno a carico dei dipendenti).
Secondo Camporese
Ogni punto di aumento vale oltre 14 milioni di euro di entrate nelle casse dell’Istituto
L’Inpgi ha anche recepito l’aumento dell’età pensionabile per le donne; in effetti, l’aumento dell’età pensionabile sarà graduale: 61 anni dal 1/7/2012 e fino al 2014, 62 anni dal 1/1/2015, 63 anni dal 1/1/2017, 64 anni dal 1/1/2019 e 65 anni dal 1/1/2021, quando la riforma andrà a regime.
Le giornaliste che vorranno andare in pensione comunque a 60 anni potranno farlo e, nel periodo transitorio fino al 2020, avranno penalizzazioni ridotte: per esempio, una penalizzazione del 2,3% nel caso in cui il pensionamento avvenga con un anno d’anticipo.
Sul versante degli sgravi contributivi, l’Inpgi osserva che saranno del 60% per tre anni a favore delle aziende, non in stato di crisi, per le assunzioni a tempo indeterminato, da praticante a caposervizio: l’aliquota IVS scenderà così da oltre il 20% a poco più dell’8%.