Mentre l’Inail ha fatto sapere che il termine per esercitare il diritto alla revisione della rendita Inail, così come stabilito dal decreto n. 1124 del 1965, non è in prescrizione o in decadenza, ma che occorre tenere conto, al fine di valutare una stabilizzazione delle condizione fisiche, del termine di prescrizione triennale dalla scadenza del periodo di revisione, dall’altra parte il ministro del lavoro Maurizio Sacconi ha fornito i primi dati sulle attività di controllo del maggiore istituto previdenziale sulle attestazioni di invalidità e di indennità di accompagnamento.
Infatti, secondo i dati diffusi dal Ministro, l’Inps ha revocato 8785 pensioni di invalidità e 8159 indennità di accompagnamento per gli effetti di un programma di controllo interno svolto dallo stesso istituto previdenziale.
Su circa 175,000 controlli effettuati nel primo trimestre del 2010, l’Inps ha rilevato la mancata sussistenza dei requisiti in più di 8000 pensioni di invalidità.
In base alle informazioni che il Ministro ha fornito al Parlamento sono state ritirate il 5,81% degli assegni pensionistici in Toscana e il 19,27% in Campania, al contrario, in Sicilia sono stati revocati l’11,23% degli assegni di pensione di invalidità, mentre in Puglia la percentuale è pari all’11,51% e del 13,78% in Calabria.
Stesso discorso per le indennità di accompagnamento. Infatti, secondo le informazioni fornite dall’Inps, le regioni del Sud si dimostrano quelle con maggiore incidenza rapportate alla popolazione residente.
L’Amministrazione Pubblica ha quantificato il risparmio di spesa per le casse pubbliche. In effetti, secondo le stime si può tranquillamente affermare un risparmio di circa 250 milioni di euro l’anno ipotizzando in 15000 euro annui una pensione di invalidità o di indennità di accompagnamento.
Il deputato Reguzzoni (Lega Nord), autore in proposito di una interpellanza parlamentare, ha fatto presente che l’attività svolta dal maggiore istituto previdenziale italiano pone in evidenza un fenomeno socialmente allarmante che dovrebbe essere combattuto anche con maggiore incisività.
L’Inps, con questo lavoro, intende dare un serio contributo alla finanza pubblica per stanare chi percepisce in modo indebito prestazioni sociali.