Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato la circolare n. 6 lo scorso 25 gennaio 2013 con la quale intende offrire maggiori informazioni alle Direzioni territoriali del lavoro a proposito dei lavoratori “salvaguardati” insieme al modello di istanza che dovrà essere presentata dal lavoratore che rientri nella categoria espressamente indicata.
Infatti, il Ministero ricorda che rientrano in questa categoria i lavoratori che rientrano nella lettera d), c. 1, art. 2 del decreto interministeriale 8 ottobre 2012, lavoratore che ha risolto il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011, ovvero in base ad un accordo individuale sottoscritto anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile senza successiva rioccupazione in qualsiasi altra attività lavorativa e in applicazione di accordo collettivo di incentivo all’esodo stipulato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale senza successiva rioccupazione in qualsiasi altra attività lavorativa.
Il Ministero ricorda che le istanze devono essere trasmesse, o dai lavoratori interessati o dai soggetti abilitati, alle competenti Direzioni Territoriali del Lavoro utilizzando la posta elettronica certificata o all’indirizzo di posta elettronica dedicata o, in via alternativa, inviate tramite Raccomandata A/R.
La domanda dovrà poi essere valutata da un apposita commissione, anche se l’interessato potrà, in ogni caso, proporre ricorso e suggerire un nuovo riesame entro il termine dei trenta giorni dalla data di ricevimento dello stesso.
Le commissioni sono composte da due funzionari della direzione territoriale del lavoro, di cui uno con funzioni di presidente, nonché da un funzionario dell’INPS, designato dal direttore provinciale della sede dello stesso istituto.
Il tema dei Salvaguardati è, di certo, un argomento delicato perchè coinvolge la responsabilità delle Istituzioni che non hanno saputo affrontare e risolvere problemi che, in passato, ha accettato e sottoscritto. Infatti, il tema della finanza pubblica è di estrema importanza, ma occorre, nel medesimo tempo, soddisfare le esigenze dei singoli lavoratori che hanno deciso di lasciare l’occupazione a fronte dei precisi impegni dell’amministrazione pubblica.