L’INPS, attraverso il suo nuovo messaggio n. 3890 del 5 marzo 2013 intitolato come “Gestione delle posizioni interessate dalla salvaguardia di cui all’articolo 24, comma 14, del decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011, convertito con modificazioni dalla legge n. 214 del 22 dicembre 2011. Chiarimenti”, ha fornito ulteriori chiarimenti in merito alla posizione dei c.d. salvaguardati (65.000), con particolare riguardo ai lavoratori collocati in mobilità ordinaria, nonché ai lavoratori cessati per accordi individuali precisando che, per questi ultimi, le certificazioni di salvaguardia relative ai lavoratori cessati entro il 31 dicembre 2011 devono essere definite senza tener conto delle eventuali rioccupazioni a tempo determinato intervenute entro il 24 luglio 2012.
In particolare, per i lavoratori cessati per accordi individuali di cui all’articolo 2, comma 1 lettera g) del Decreto Interministeriale 1 giugno 2012, il Ministero del lavoro – in qualità della sua Direzione Generale per le politiche del personale, l’innovazione, il bilancio e la logistica – con la nota C.d.g. 7774 – protocollo 0071196 22-11-2012 – ha inteso precisare che le istanze
di cui all’articolo 2, comma 1 lettera g) del Decreto Interministeriale 1 giugno 2012 presentate da lavoratori cessati entro il 31 dicembre 2011 che dichiarano di essere stati rioccupati antecedentemente all’entrata in vigore della normativa in argomento in qualità di lavoratori subordinati in mobilità, le istanze in parola vanno accolte in quanto all’epoca dei fatti i lavoratori in questione risultavano obbligati ad accettare l’offerta di lavoro per non perdere lo status di lavoratore in mobilità come espressamente indicato dall’articolo 9, comma 1 lettere b) e lettera c) della legge n. 223 del 1991.
Per questa ragione è necessario chiarire che ai lavoratori cessati e che si trovano nelle condizioni in precedenza indicate devono essere definite senza tener conto delle eventuali rioccupazioni a tempo determinato intervenute entro il 24 luglio 2012, ovvero dalla data di pubblicazione del Decreto Interministeriale 1 giugno 2012.
Il nuovo messaggio del nostro Istituto previdenziale di riferimento mette in luce alcuni chiarimenti richiesti da più parti in una materia complicata che coinvolge la vita di centinaia di migliaia di lavoratori.