Esiste una legge, la numero 68 del 1999, che si prefigge come obiettivo principale quello di inserire nel mondo del lavoro le persone disabili. Si può applicare a persone in età lavorativa affette da minoranze fisiche, psichiche o sensoriali, alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, alle persone sordomute o non vedenti, alle persone invalide di guerra e agli invalidi civili (i “protagonisti” di questo nostro post). Per legge, a seconda del numero di impiegati in una certa azienda, il datore di lavoro è obbligato ad assumere un certo numero di lavoratori appartenenti ad una delle categorie appena descritte. Le aziende usufruiscono di numerosi benefici soprattutto fiscali.
Affinchè venga riconosciuta un invalidità di tipo civile che permetta quindi l’inserimento in una graduatoria speciale occorre sostenere una visita medica che serve a determinare la percentuale di invalidità.
Viviamo in Italia, un paese in cui la burocrazia è lunga ed in cui per una visita spesso bisogna aspettare molto tempo.
Il problema arriva proprio a questo punto. Vi raccontiamo quello che avviene in una piccola/media città come Perugia certi che nelle grandi città sia la medesima situazione. Dalla data di presentazione della domanda (già perchè pima della visita occorre presentare una domanda con allegati i vari certificati medici) a quanto pare devono passare ben 90 giorni prima di ricevere una raccomandata con la data di convocazione.
E se questi 90 giorni stanno per scadere? Preoccupata per il mancato arrivo della lettera la persona si recherà presso l’ufficio competente e la risposta che le verrà data suonerà più o meno così: “Signorina ci dispiace ma con i tempi non ci rientriamo”. Ma come? Tre mesi non sono sufficienti?
E se malauguratamente la diretta interessata dovesse chiedere “Quindi, quando?”, la risposta che si sentirà rispondere sarà “Probabilmente a settembre”
E’ già semplicemente scandaloso e vergognoso che si debba attendere 90 giorni per una visita. Se poi aggiungiamo che c’è da aspettare che gli impiegati si godano le ferie diventa ancora più ridicolo.
E intanto la diretta interessata anche se dovesse leggere offerte di lavoro e/o concorsi in cui uno dei requisiti richiesti è proprio l’appartenenza alle categorie protette non potrà fare altro che attendere il ritorno dal mare di chi avrebbe dovuto inviare una semplice lettera…
Anche questa è l’Italia.