Secondo quanto rilevato dalla Direzione generale per l’attività ispettiva del ministero del welfare e dai militari dell’Arma dei carabinieri nell’ambito dell’operazione «Mattone sicuro», lanciata con lo scopo di rafforzare nel settore edile il contrasto al sommerso e tutti gli interventi per tutelare la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, oltre la metà delle aziende edili campionate (il 59 per cento di 18.207 unità) è stata trovata in una situazione di irregolarità più o meno grave. Di queste, poco meno di 3.700 persone svolgevano un’attività completamente in nero.
“Le verifiche si sono tenute nel corso dei quattro mesi precedenti” – afferma il quotidiano Italia Oggi del 18 ottobre, che si è occupato della vicenda – “ovvero dal 21 maggio al 30 settembre 2012: l’intento, fa sapere il dicastero guidato da Elsa Fornero, era quello di sottoporre a controllo almeno 15 mila imprese operanti nel comparto delle costruzioni, dislocate sull’intero territorio nazionale, però alla fine ne sono state esaminate 18.207, ai cui responsabili sono stati contestati complessivamente 10.817 illeciti”.
Tra le regioni meno virtuose, con la più elevata percentuale di irregolarità, spicca il Molise (94%), seguito dalla Liguria (78%), dalla Calabria (77%), dalla Basilicata (76%), poi dalla Sardegna (70%), dalla Puglia (67%), dalla Lombardia e, infine, dall’Abruzzo (66%).
Per quanto concerne invece gli accertamenti sul personale, sono stati riscontrati 7.563 lavoratori irregolari, dei quali 3.680 erano totalmente in nero (una fetta consistente, il 49%), con punte del 67% in Puglia, del 66% in Basilicata e in Molise, del 65% in Campania, del 63% in Lazio e del 57% in Calabria.
Come conseguenza dei controlli, sono scattati 1.138 provvedimenti di sospensioni dell’attività imprenditoriale per l’utilizzo di addetti in nero e disposti 44 sequestri. “Secondo quanto rende noto il ministero” – afferma infine Italia Oggi – “sono state contestate ben 12.887 «violazioni prevenzionistiche» (ossia il mancato rispetto delle normative sulla salvaguardia della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro) e, come diretta conseguenza, sono state finora deferite 7.260 persone all’autorità giudiziaria”.