Laurea sì oppre no? Una domanda la cui risposta è sempre più incerta. Eppure secondo quanto contenuto all’interno dell’ultimo numero de L’Espresso essere in possesso di questo “pezzo di carta” può rivelarsi (nel lungo periodo) un’arma vincente.
Insomma, sebbene le nostre facoltà nel panorama internazionali siano messe, in termini di classifica, piuttosto male e sebbene in questi ultimi anni si sia fatta strada l’opinione comune secondo cui l’Università italiana crei solamente disoccupati sembra che qualcosa stia cambiando.
Come contenuto nell’articolo ci sono ovviamente delle differenze tra facoltà e facoltà ma in generale i laureati sembra se la cavini meglio dei non laureati. Secondo le rilevazione diffuse da AlmaLaurea, a un anno dalla laurea specialistica gli occupati sono pochi ad eccezione di chi ha deciso di intraprendere un percorso lavorativo nel settore della sanità che pensate sembra riescano ad ottenere da subito un contratto di lavoro a tempo indeterminato ed addirittura con una retribuzione superiore a quella della media.
Poi però a cinque anni si assiste ad un salto, positivo e di qualità: la maggior parte dei giovani risulta essere piazzata.
A quanto pare inoltre tra il 2008 e il 2009 molte aziende, inaspettattamente, hanno respinto gli ingegneri ma accolto i letterati e gli psicologi.
In questi cinque anni la maggior parte dei ragazzi continua a studiare e a formarsi grazie a Master, corsi regionali; non manca chi decide di recarsi per qualche tempo all’estero.
All’interno de L’Espresso potete trovare anche delle interessanti tabelle occupazionali distinte per settore.
Insomma forse il pezzo di carta sembra davvero servire. Voi, cosa ne pensate?
Fonte: L’Espresso N.20 del 20 maggio 2010