In alcuni post pubblicati in precedenza ci siamo già altre volte occupati della questione dei frontalieri, i lavoratori italiani che prestano la loro opera in territorio svizzero in maniera pressoché abituale, in merito ai quali la nazione elvetica si è espressa in un referendum di natura popolare alcuni mesi fa. Sono ancora molto numerosi, tuttavia, i lavoratori italiani che aspirano a lavorare in Svizzera, a ragione soprattutto delle buone condizioni di impiego che vengono di norma offerte.
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E’ quindi utile tracciare un rapido quadro della situazione in merito alla situazione che concerne i lavoratori frontalieri in Svizzera, oggetto di recenti argomenti di discussione.
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Lavorare in Svizzera – Le novità sulla situazione dei frontalieri
Tra Italia e Svizzera al momento la situazione si presenta molto delicata dal punto di vista dei lavoratori frontalieri e non del Canton Ticino. Tra Italia e Svizzera, infatti, dovrebbe essere rinnovato presto un accordo fiscale, un accordo che in verità già diversi governi hanno cercato di stringere, non ancora arrivato a conclusione. Nell’attesa i deputati del Canton Ticino si sono però rivolti al Ministro delle Finanze elvetico, Eveline Widmer-Schlumpf, che ha risposto assicurando che entro la primavera del 2015 si arriverà ad una soluzione della trattativa.
La Svizzera al momento si aspetta che l’Italia sottoscriva un accordo sull’emersione dei capitali occultati nelle banche e che tolga la nazione dalla lista nera dei paradisi fiscali e, fatto questo, darebbe il suo assenso a sbloccare i ristorni dei lavoratori ticinesi, i frontalieri italiani che ogni anno hanno diritto a circa 50 milioni di euro di imposte che sarebbero versate ai relativi comuni. I comuni, poi, potrebbero impegnare questo denaro per la costruzione di opere di pubblica utilità.
Tra l’Italia e la Svizzera, quindi, sono in corso trattative che hanno tanto il sapore di un braccio di ferro tra Roma e Berna e che coinvolgono direttamente i lavoratori ticinesi. Il Ministro delle Finanze svizzero ha quindi dichiarato in una specie di ultimatum che il tempo a disposizione per la conclusione degli accordi fiscali durerà solo fino alla fine della primavera del 2015, termine dopo il quale potrebbe essere autorizzato il blocco del rimborso delle imposte ai lavoratori italiani.
Dal lato dell’Italia, invece, si presumono secondo i calcoli dell’Agenzia delle Entrate occultati in Svizzera circa 125 miliardi di euro nelle banche delle principali città elvetiche, tra cui figurano Lugano, Bellinzona, Locarno e Chiasso.
La situazione, tuttavia, non è di facile soluzione, perché dietro a questa questione non vi è solo l’accordo di tipo fiscale che la Svizzera sta in questo periodo siglando con l’Italia, ma anche l’assetto generale della Svizzera in materia fiscale con gli altri paesi d’Europa.
La Svizzera sta infatti negoziando anche con l’Unione Europea e l’Ocse, e questo accordo secondo i meglio informati potrebbe richiedere all’incirca un altro paio di anni.
Per tutti coloro che hanno intenzione di lavorare in Svizzera, quindi, questo non sembra essere un periodo proprio d’oro, ma potrebbe essere un periodo di transizione.