In un post pubblicato prima di questo avevamo cominciato a tracciare il quadro della situazione occupazionale e del mercato del lavoro relativo a Singapore, Repubblica indipendente del sud est asiatico, oggi grande realtà economica e tecnologica, leader anche nel mercato finanziario. Singapore, insomma, nella stessa Asia, è un mondo a parte, con una qualità della vita altissima e un reddito decisamente ambito. E’ naturale per molti cittadini stranieri in cerca di opportunità volersi trasferire a Singapore, anche perché in questo contesto le occasioni di business non mancano di certo.Â
Coloro che hanno intenzione di trasferirsi a vivere e a lavorare a Singapore devono in primo luogo, come abbiamo ricordato in precedenza, avere un’ottima conoscenza delle lingua inglese e ottenere un visto, che permetterà loro di soggiornare e lavorare nel paese. Le regole relative al processo di immigrazione sono però cambiate di recente ed è quindi utile tracciare un rapido punto della situazione sui visti e i permessi di lavoro che è possibile richiedere.
Lavorare a Singapore – Documenti e permessi di lavoro
Nella Repubblica indipendente di Singapore i visti vengono concessi in relazione al tipo di specializzazione posseduta dal lavoratore. Secondo quanto previsto dal Ministero competente, i visti attualmente richiedibili dagli stranieri sono:
- Employment Pass – si tratta del visto adatto a chi ha uno sponsor locale, così come avviene in molti altri paesi del mondo
- Personalised Employment Pass – il visto dedicato ad alte figure professionali come manager e dirigenti
- EntrePass – visto dedicato alla categoria degli imprenditori
- S – Pass – visto dedicato a tecnici e lavoratori con un livello intermedio di specializzazione
- Work Permit – visto destinato a lavoratori non specializzati.
Uno dei visti maggiormente richiesti a Singapore è quello per imprenditori, ovvero l’Entre Pass, perché, lo ricordiamo, nel quadro internazionale Singapore appare come la culla del business, il luogo nel mondo in cui è più semplice e immediato anche mettersi in proprio aprendo un’azienda. La città – stato di Singapore è infatti nota per la snellezza della sua burocrazia, per l’accesso ai servizi, per la facilità di accesso al credito e a quanto può essere utile per l’avvio di una attività imprenditoriale.
Secondo le ultime normative, infatti, per aprire una azienda a Singapore sono necessari solo tre giorni, nei quali andranno completate solo tre procedure. Nulla a che vedere con la situazione italiana, in cui un’azienda qualsiasi ha più di 260 adempimenti burocratici l’anno! Parlando poi di costi, le cifre da mettere in gioco sono del tutto sostenibili, perché ammontano in genere all’1 per cento del totale.
Per chi fosse interessato al settore del business, poi, le forme giuridiche presenti a Singapore per aprire un’azienda sono in totale cinque. Le prime quattro (Sole Proprietorship, Partnership, Limited Partnership – LP , Limited Liability Partnership -LLP) prevedono la presenza di un manager residente in loco. L’ultima forma giuridica, invece, la Private Limited Company, dà accesso al visto lavorativo Entre Pass cui abbiamo accennato senza bisogno di un manager residente.
E’ necessario però possedere almeno il 30 per cento delle azioni di quest’ultima e avere intestato un conto corrente bancario intestato all’azienda con 50 mila dollari singaporiani.