Milano nel nostro Paese è la patria dell’economia creativa, ma negli ultimi due anni, quelli della crisi, anche in questo settore qualcosa è cambiato, a partire dagli stili di vita condotti dai professionisti del comparto. A rilevarlo è la Camera di Commercio di Milano in base ad un sondaggio condotto su un campione di circa 1700 soggetti che rappresentano la categoria dei professionisti della comunicazione e dei servizi culturali nel capoluogo lombardo. Nel dettaglio, uno dei dati più importanti emersi è quello relativo all’occupazione, che regge nonostante la difficile congiuntura; ma a fronte del mantenimento del posto di lavoro, per sei soggetti interpellati su dieci aumenta lo stress e per ben tre su quattro si è dovuto fare i conti con un calo di fatturato.
Nel complesso, l’Ente camerale ha comunque rilevato come i creativi milanesi, nonostante tutto, se la passino in questo momento decisamente meglio dei colleghi che operano a New York ed a Londra; i creativi del capoluogo lombardo, infatti, sono un po’ più poveri a causa della crisi, un po’ più stressati, magari rinunciano al classico happy hour ma non badano a spese per la cultura. Ben otto su dieci, infatti, hanno dichiarato che è rimasto invariato il livello di spesa per i musei, così come quasi sette su dieci non rinunciano ad acquistare libri come nel periodo prima della crisi. Nonostante tutto, i creativi milanesi conservano una elevata fiducia nei propri colleghi e nell’economia nel suo complesso, ma per fronteggiare la difficile congiuntura, pur tuttavia, si preferisce non cambiare anche approccio e metodo di lavoro.
Oltre sette creativi su dieci, infatti, stanno continuando a collaborare con altre agenzie ed altri studi, così come si continua a rimanere in ufficio fino a tardi, come ai “vecchi tempi”, anche perché per i creativi il lavoro è piacevole ed offre sempre delle buone gratificazioni. L’indipendenza, con una percentuale bulgara del 97%, mette inoltre d’accordo tutti i creativi sul fatto che trattasi del principale valore sia da conquistare, sia da mantenere.
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