Allo stabilimento Fiat di Termini Imerese restano al massimo poco più ventiquattro mesi di vita; il piano della casa automobilistica del Lingotto, infatti, è quello di chiudere lo stabilimento siciliano entro il 2011, e questo a fronte, invece, di investimenti massicci, pari ben otto miliardi di euro, annunciati dalla società automobilistica torinese per i prossimi due anni. Ma quale sarà, a questo punto, la fine che faranno i lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese? La decisione della Fiat appare infatti inappellabile, ma nello stesso tempo l’azienda piemontese si è mostrata disposta a discutere sulla riconversione dello stabilimento al fine di salvaguardare i livelli occupazionali. La società torinese, e non è una novità, da tempo vedeva nello stabilimento di Termini Imerese uno dei siti da chiudere in virtù di difficoltà strutturali e di costi eccessivi, al punto che la società al riguardo ha messo in evidenza come, tirando le somme, l’impianto lavori in perdita.
In ogni caso, la posizione della Cgil sulla scelta della Fiat è negativa; secondo Guglielmo Epifani, Segretario Generale della CGIL, la Fiat da un lato vuole chiudere Termini Imerese, e dall’altro afferma che in Italia vuole produrre più automobili, ragion per cui l’abbassamento della capacità produttiva appare in tutto e per tutto come una contraddizione. Intanto, ma c’era da aspettarselo, i lavoratori della Fiat di Termini Imerese sono già in sciopero; in assenza di un progetto chiaro e certo di salvaguardia dell’occupazione, infatti, tantissime famiglie monoreddito rischiano di perdere l’unica entrata. Fiom, Fim e Uilm nella giornata di ieri hanno così subito attuato uno sciopero che ha coinvolto anche l’indotto.
A questo punto molte speranze sono riposte anche sull’eventuale insediamento a Termini Imerese di un produttore straniero; le ultimissime indiscrezioni parlano di un interesse latente al riguardo da parte di produttori cinesi ed indiani, ma ancora è troppo presto affinché le carte possano essere scoperte. Intanto, anche la politica non resta a guardare: Giulia Adamo, capogruppo del Pdl Sicilia all’Assemblea Regionale Siciliana, ha annunciato una raccolta di firme contro la decisione di Fiat di chiudere Termini Imerese; questo perché la società torinese, nonostante le agevolazioni fiscali e gli incentivi che ha incassato dallo Stato, non è riuscita a garantire per lo stabilimento siciliano la necessaria espansione.