Se ritenete che il vostro stipendio è troppo basso, non vi state sbagliando. A “certificare” questo status è stata anche l’Eurispes che, in un Rapporto 2010 sul nostro Paese traccia il quadro, in area Ocse, degli stipendi medi netti percepiti dai lavoratori di ogni singolo Paese. Ebbene, su trenta Paesi monitorati l’Italia si trova al 23-esimo posto con una paga netta annua pari a circa 14.700 euro, ovverosia 1.225 euro netti al mese; negli Stati Uniti, la paga netta annua è pari a poco più del doppio, mentre per consolarci dobbiamo guardare al Portogallo, dove la paga annua netta, senza considerare i carichi familiari, è pari a poco più di 19 mila dollari, ed a seguire la Repubblica Ceca, la Turchia, la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria ed il Messico. In Francia i cittadini guadagnano in media al netto 26.010 dollari: i nostri cugini d’Oltralpe, oltre a guadagnare in media di più, possono tra l’altro fruire di un sistema del welfare che per risorse e servizi resi ed offerti alla popolazione in questo momento ci possiamo solo sognare.
Stessa musica in Germania e Spagna, dove al netto ogni anno i lavoratori guadagnano in media 29.570 e 24.632 dollari, mentre nel Regno Unito, dove comunque la vita è la più cara d’Europa, ci si spinge fino ad una media di 38.147 dollari netti l’anno. Ma i guadagni netti annui ridotti all’osso dei lavoratori italiani, secondo l’Eurispes, in accordo con quanto riporta il Portale Leggo.it, sono anche frutto di una tassazione aspra; il cosiddetto cuneo fiscale, ovverosia la differenza tra il costo del lavoro per un’impresa, ed il netto percepito dal lavoratore, è infatti pari al 46,5%.
Questo significa che l’azienda per dare mille euro netti al lavoratore ne deve spendere quasi altrettanti per la previdenza obbligatoria e per le tasse; quindi, nel nostro Paese, i 14.700 euro medi annui guadagnati dagli italiani sono al lordo quasi 30 mila euro, da cui si evince come non sia l’azienda ad avere il braccino corto, ma è soprattutto il costo del lavoro troppo alto che mette un freno alle assunzioni, specie quelle a tempo indeterminato, e fa guadagnare in media ai lavoratori somme con le quali a mala pena molto spesso si riesce a chiudere il mese.