Il mercato italiano del lavoro non gode di grande salute, con un tasso di disoccupazione pericolosamente in rialzo verso la doppia cifra. Va tuttavia ancora peggio per quanto concerne i lavori ad alta specializzazione, che vedono l’Italia agli ultimi posti dell’Unione Europea. La colpa è dei dati rilevati dal rapporto Isfol, presentato alla Camera dei Deputati, secondo cui dal 2007 al 2011 l’occupazione dei professionisti con high skill sarebbe diminuita di 2 punti percentuali, contro la crescita di 4,3 punti percentuali nel mercato tedesco e in altri mercati internazionali.
Il rapporto Isfol, l’Istituto europeo per la formazione e lo sviluppo dei lavoratori, dichiara che l’Italia – anziché cercare il rilancio delle competenze per recuperare competitività – sta investendo sempre meno nei lavori di alta specializzazione, e preferisce invece insistere su quel segmento del lavoro in cui non sono richieste quelle competenze che invece fanno la differenza e la ricchezza di una nazione.
Ne consegue che tra il 2007 e il 2011 le figure a elevata specializzazione sono diminuite dell’1,8 per cento, mentre la media in Europa è in controtendenza: + 2%. In particolare, oltre alla già citata Germania, appare difficilmente colmabile il gap con il Regno Unito (+ 4 per cento), Francia (+ 2,8 per cento) e tante altre. Più simile la condizione di Portogallo, Spagna e Grecia.
► LAVORARE IN FERRERO – GIUGNO 2012
Il rapporto spegne altresì qualsiasi possibile entusiasmo sul futuro: secondo le stime previsionali che riguardano il prossimo triennio, infatti, le cose non dovrebbero migliorare di tanto. Cresceranno pertanto le professioni non qualificate e, in parte e con minore proporzione, le professioni intellettuali, scientifiche e a elevata specializzazione. Nei prossimi anni ci sarà una crescita maggiormente sostenuta di operai addetti alla pulizia e all’igiene degli edifici e di personale non qualificato. A crescere saranno pertanto tutte le professioni “elementari”.
► LAVORARE IN BRICOMAN – GIUGNO 2012