L’Illegalità nel settore si combatte con il collocamento pubblico, ecco la proposta del maggiore sindacato italiano che, nell’ambito delle iniziative per il Piano del Lavoro , vede la creazione di un nuovo mercato del lavoro nel settore agricolo, che sia all’insegna dei diritti, della dignità e della legalità.
È necessario, per la CGIL,
creare un coordinamento istituzionale presso le sedi pubbliche per la gestione del collocamento, attraverso un efficace programma di prenotazione (assunzione e riassunzione), che regoli domanda e offerta di lavoro, anche con riferimento alle problematiche dei lavoratori migranti; un efficiente servizio integrato e flessibile di trasporto dei lavoratori da definirsi a livello regionale; un meccanismo premiale (finanziamenti, defiscalizzazione aliquote contributive, agevolazioni) per le aziende che vi ricorrono.
Il settore è rimasto troppo a lungo senza regole precise che ha permesso lo sfruttamento, illegalità e il diffuso fenomeno del ‘caporalato’ che stanno creando un serio problema all’occupazione nel settore agricolo insieme ad una sottrazione dei diritti in capo a ciascun lavoratore.
Il segmento occupazionale dell’agroindustria è drammatica anche perché presenta un alto tasso di irregolarità che, fa sapere la FLAI CGIL, ha raggiunto il 24,8% nel 2011.
Nel contempo, i lavoratori regolari, secondo alcuni dati del sindacato, sono circa un milione, mentre circa 400mila, soprattutto stranieri, sono “assunti” in nero dai caporali, sottopagati (20/30 euro per 10/12 ore di lavoro), hanno contratti irregolari e vivono in condizioni igieniche e abitative estreme.
Per il Segretario Generale della FLAI CGIL, Stefania Crogi
Il lavoro sommerso pesa sul Pil del nostro paese per il 17,5% e il caporalato costa alle casse dello stato 420milioni l’anno: il Governo si dovrebbe concentrare su questi numeri
La proposta del sindacato intende rappresentare un’occasione per ridare al lavoro dignità e diritti, ma anche uno strumento di lotta all’illegalità,
dobbiamo fare in modo che le imprese si rivolgano ai centri per l’impiego per reclutare forza lavoro e non più ai caporali