Il settore agricolo in Italia ha grandi potenzialità al fine di poter combattere e contrastare la disoccupazione. A ribadirlo è stata la Coldiretti a seguito della presentazione, nel corso del Vinitaly, di un Rapporto da cui emerso come solamente nel settore del vino in Italia ci siano ben 1,2 milioni di persone che trovano lavoro; questo vero e proprio esercito di lavoratori, in particolare, è impegnato lungo tutta la filiera presso un totale di 250 mila imprese vitivinicole. Ci sono infatti lavoratori direttamente impegnati nei vigneti, ma anche presso le cantine, la distribuzione commerciale ed in tutte quelle attività che sono sia correlate, sia di servizio.
L’Organizzazione degli agricoltori, in una fase come quella attuale caratterizzata dalla “questione immigrati“, ha altresì messo in risalto come il lavoro nel settore vitivinicolo rappresenti anche un importante momento di integrazione. L’esempio lampante è dato dal distretto del Prosecco caratterizzato nel nostro Paese dalla presenza di lavoratori immigrati che provengono da ben quattro continenti a fronte di oltre cinquanta differenti nazionalità.
Nel Rapporto presentato al Vinitaly la Coldiretti ha tra l’altro descritto minuziosamente l’impatto positivo che ha la raccolta nelle vigne di un singolo grappolo d’uva. Sono ben 18, infatti, i settori coinvolti, a partire dall’agricoltura e passando per l’industria di trasformazione, la filiere del commercio, la ristorazione, ma anche i trasporti, il comparto degli imballaggi e, indirettamente, le aziende che producono vetri per le bottiglie ed i bicchieri nonché, tra le altre, anche quelle che producono il sughero per i tappi.
Il lavoro nei vigneti, inoltre, genera anche effetti positivi non solo di integrazione degli immigrati, ma anche di natura sociale visto che trovano sempre più occupazione soggetti quali i carcerati, i diversamente abili, ma anche gli ex tossicodipendenti a conferma di come l’attività vitivinicola possa altresì rappresentare un’occasione importante di impegno e di riscatto.