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Lavoro e collaborazioni precarie: non sempre la flessibilità è uno svantaggio

 Il lavoro e le collaborazioni precarie, pagate e non pagate, dagli stage ai tirocini e passando per il lavoro atipico ed occasionale, non sempre sono un’occasione per fare esperienza e poi magari ricominciare a cercare, spesso con ansia e frustrazione, un posto di lavoro stabile. Molte imprese, e non è di certo una novità, sfruttano la flessibilità attualmente offerta dal mercato del lavoro in Italia per reclutare forza-lavoro, anche molto qualificata, a basso costo o spesso anche a costo zero. Vi sarete di certo imbattuti in annunci su Internet dove si richiedono figure altamente specializzate, magari per un periodo di soli tre mesi, e l’unica cosa che offrono è il ticket pasto!

Di contro, ci sono invece tantissime aziende che sfruttano lo strumento del tirocinio, dello stage o della collaborazione occasionale con finalità ben più serie rispetto allo “spremere” il lavoratore, sfruttare le sue competenze al massimo, e poi mandarlo via. Iolanda Barera, sul Corriere.it, al riguardo, sottolinea infatti come non sempre la flessibilità sia uno svantaggio, e come le collaborazioni ed i tirocini rappresentino un trampolino di lancio per poi entrare come “effettivo” all’interno delle aziende. Sono tante infatti le imprese, anche e molto spesso delle multinazionali, che assumono buona parte di stagisti e di tirocinanti, dalla Ferrero alla Johnson & Johnson Medical e passando per  Kellogg’s Italia, Everis e PricewaterhouseCooper.

Insomma, se avete in passato svolto uno stage o un tirocinio, e magari siete rimasti delusi, la prossima occasione in merito potrebbe essere quella giusta; l’importante è non scoraggiarsi visto che a priori è difficile capire se un’azienda sfrutta i tirocini e gli stage per risparmiare sul costo del lavoro o per effettivamente accrescere il proprio parco dipendenti in qualità ed in quantità. Questo per dire che se ad un candidato al termine di un tirocinio o di uno stage viene dato il benservito, allora molto spesso è l’azienda che deve essere “scartata”, visto che quelle serie e lungimiranti di norma non si lasciano mai scappare i collaboratori, gli stagisti ed i tirocinanti più bravi.

4 commenti su “Lavoro e collaborazioni precarie: non sempre la flessibilità è uno svantaggio”

    • ciao…
      scusa ma se un’agenzia per il lavoro ti contatta per un’offerta di 3 mesi, tu cosa fai? Rifiuti perchè secondo te si tratta di sfruttamento? Secondo me si tratta sempre di un’esperienza utile ad arricchire il cv. No?

  1. sono iscritta a tutte le agenzie interinali possibili immaginabili, mi hanno fatto fare solo tanti colloqui inutili, mi candidavo per una certa posizione e poi al colloquio scoprivo che era tutt’altra cosa di quello che mi avevano detto. Mi hanno soltanto usata per fare numero!

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    • Le agenzie per il lavoro ricevono apposita autorizzazione dal Ministero per poter operare e devono rispettare certi criteri.
      In questi criteri c’è anche la serietà delle offerte di lavoro.

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