Nei primi sei mesi di quest’anno è calata la redditività delle imprese, molte delle quali hanno chiuso i battenti, è aumentata la disoccupazione e, contestualmente, ci sono stati anche meno infortuni e meno morti sul luogo di lavoro. Il primo semestre 2009, in base agli ultimissimi dati rilasciati dall’INAIL, conferma comunque una tendenza, quella del calo degli incidenti sul lavoro, che dura oramai da parecchi anni; nel dettaglio, l’Istituto ha reso noto che nel periodo gennaio-giugno 2009 le morti sul lavoro sono scese del 12,2%, mentre gli infortuni hanno fatto registrare un calo del 10,6%. Questa tendenza è stata chiaramente “agevolata” anche dalla presenza di meno lavoratori in fabbrica: basti pensare che nel primo trimestre di quest’anno l’occupazione è scesa dello 0,9%, per poi passare addirittura a -1,6% nel periodo aprile-giugno 2009; e questo a fronte di una produzione industriale che nel primo semestre 2009, come tra l’altro ha riferito l’INAIL, è crollata del 20%.
Inoltre, se ci aggiungiamo che decine di migliaia di lavoratori nel primo semestre di quest’anno erano in cassa integrazione, ne scaturisce che la contrazione degli infortuni e delle morti sul lavoro è anche frutto di una minore esposizione al rischio. Entrando nel dettaglio, l’INAIL ha reso noto che nei primi sei mesi di quest’anno gli infortuni sul lavoro in Italia sono stati complessivamente 397.980 rispetto ai 444.958 dello stesso periodo dello scorso anno; i casi mortali sono scesi da 558 a 490, con una forte incidenza al ribasso (-20,5%) sia per le morti avvenute in strada ed in occasione di lavoro, sia quando il lavoratore ha effettivamente esercitato l’attività (-13,1%).
Meno ampio, con un -5,8% ed un -9,2%, è invece il calo degli infortuni e dei casi mortali prendendo in considerazione il tragitto che da casa porta al lavoro e viceversa. Guardando ai settori economici, gli infortuni ed i casi di morti sul lavoro sono scesi sensibilmente sia nel settore industriale, ed in particolar modo nel comparto metalmeccanico, sia in quello delle costruzioni, mentre più limitata è stata la riduzione nell’agricoltura e nel terziario a conferma di come la tendenza alla diminuzione sia stata “agevolata” proprio dalla caduta della produzione industriale.