Nel 2009, dopo ben tredici anni di crescita, l’occupazione nelle grandi imprese con contratto di lavoro subordinato ha fatto registrare una contrazione pari ad oltre 199 mila unità. Sono queste, in particolare, le stime della Uil messe in risalto con preoccupazione da parte del Segretario confederale del Sindacato Guglielmo Loy, il quale ha inoltre sottolineato come a questi 199 mila posti di lavoro occorra aggiungere altri 450 mila lavoratori che nel 2009, con un rialzo pari ad oltre il 300% rispetto al 2008, sono in cassa integrazione. La contrazione del lavoro dipendente nelle grandi imprese lo scorso anno è quindi pari all’1,1% sul totale, il che significa che la crisi ha lasciato veramente il segno. Di norma, infatti, i primi posti a “saltare” sono quelli con contratto atipico ed a termine, ragion per cui il sensibile calo dell’occupazione dipendente dimostra come l’erosione della base occupazionale in Italia lo scorso anno sia stata veramente ampia.
Le previsioni per il 2010, quantomeno per i primi sei mesi di quest’anno, non sono inoltre molto rosee; questo perché continua il ricorso alla cassa integrazione straordinaria legato a situazioni diffuse di crisi aziendale. Come uscire da questa situazione che rischia di non permettere all’Italia di tirarsi fuori dalla crisi?
Ebbene, secondo il Segretario Loy occorre intervenire in maniera concreta affinché il 2010 sia veramente, e non solo a parole, l’anno del lavoro; a tal fine, secondo l’esponente della Uil servono sia interventi per rilanciare i consumi, lasciando più soldi nelle tasche dei lavoratori e delle famiglie che vivono del reddito fisso, sia alleggerire i vincoli del Patto di stabilità degli Enti locali rilanciando un piano di piccole e grandi opere pubbliche comprendendo in queste anche l’housing sociale. Dello stesso avviso è anche il Segretario confederale Antonio Foccillo, il quale teme che i bassi livelli degli investimenti delle imprese italiane comportino nel breve termine un ulteriore aumento in Italia della disoccupazione.
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