Se un giovane diplomato intende entrare a lavorare subito dopo il diploma, ha più opportunità con la titolarità di un titolo di studio tecnico e professionale, rispetto al suo “collega” liceale. In altri termini, le opportunità occupazionali sarebbero maggiori per chi sceglie un titolo di studio più pragmatico e meno preparatorio agli studi universitari, laddove invece sembra perdersi il differenziale di favore dei primi.
Stando a quanto affermato dal rapporto Censis titolato “Verso la professione tecnica di primo livello nel settore dell’ingegneria”, infatti, a tre anni dal conseguimento del titolo lavora il 75,5% dei diplomati presso gli istituti professionali, e il 62,7% di quelli tecnici, contro una media sul totale delle scuole secondarie che invece si ferma a quota 52,6%. Tra i liceali, a tre anni dal conseguimento del titolo è solamente il 26,8% la platea dei lavoratori.
“Alla base del dato riferito ai licei” – si legge nella ricerca – “non vi è una chiusura da parte del mercato del lavoro, ma piuttosto una scelta ben precisa degli studenti, di concepire l’esperienza liceale come formazione propedeutica all’accesso all’università. Del resto, i numeri mancanti ai licei tra quanti sono i diplomati che lavorano a tre anni dalla conclusione della scuola secondaria superiore si ritrovano nel dato che contempla quanti, tra questi, sono ancora nel circuito della formazione: quasi il 60% (58,9%). Sul versante degli istituti tecnici e professionali, invece, lo scenario è differente: alla maggior incidenza di diplomati che a tre anni dal diploma già lavorano, fa da contrappeso una sostanziale parità di quanti sono alla ricerca del lavoro (il 13,8% degli ex-studenti degli istituti professionali, il 15% dei tecnici) ed un maggior numero di diplomati degli istituti tecnici che continuano a studiare (19,5%) rispetto a quanto si osservi tra gli istituti professionali (7,7%)”.