Informatica, ingegneria ed infermieristica. Sono questi i campi in corrispondenza dei quali nel nostro Paese i laureati possono trovare un’occupazione più stabile. Questo è quanto emerge da “Il lavoro dei laureati in tempo di crisi“, una ricerca che Unioncamere Lombardia e la Camera di Commercio di Milano hanno promosso e presentato mercoledì scorso dopo essersi avvalsi della collaborazione, ai fini della realizzazione della ricerca, della Provincia di Milano e di Formaper, l’Azienda Speciale dell’Ente camerale. La crisi in Italia picchia duro anche su chi ha un titolo di studio importante da spendere come la laurea; per i laureati, infatti, il tasso di disoccupazione è balzato dal 7% all’11% con una media di un laureato su cinque che, dopo un anno dalla conclusione degli studi universitari, non è ancora riuscito a trovare lavoro. E se per i laureati in informatica, ingegneria ed infermieristica ci sono più sbocchi e più opportunità di trovare un lavoro stabile, sul versante opposto non se la passano molto bene i laureati in giurisprudenza ed in veterinaria.
A causa del taglio della domanda di laureati da parte delle imprese, sono diminuite le opportunità di lavoro e di assunzione anche in settori come quelli dei servizi finanziari, dell’ICT e della manifattura, con la conseguenza che aumentano i casi in cui il laureato dopo tanto cercare altro non trova che un’offerta di stage.
Inoltre, per alcune lauree come l’architettura, la veterinaria e l’odontoiatria, la strada obbligata per poter lavorare è quella di mettersi in proprio in un contesto che vede le donne battere gli uomini in termini di numero di lauree ma che, pur tuttavia, sono più “instabili” a livello lavorativo rispetto ai maschi sia per quanto riguarda la paga, sia per quel che concerne le tutele. Restringendo il campo sulla sola Lombardia, la Camera di Commercio ha rilevato come Milano rappresenti comunque un grosso bacino di attrazione di laureati; basti pensare che a Milano trova lavoro il 55% dei laureati lombardi per effetto di una buona domanda di lavoratori aventi una più elevata qualifica.
quale ramo di ingegneria ti permette di guadagnare di più???
Sono laureato in informatica da più di 5 anni e sono disoccupato.
Come laurea offre pochissimo, nessun albo professionale nessuna tutela…è come essere dei vu cumprà.
I pochi “fortunati” che trovano lavoro fanno i programmatori a 5 euro l’ora con contratti a progetto in body-rental (ovvero precari presi in affitto da società più grandi che non li assumeranno mai ma li fanno lavorare come muli).
Passati i 30 anni è impossibile trovare lavoro non vi vuole più nessuno (i programmatori devono avere 20 anni per essere adeguatamente sfruttati).
Inoltre i laureati in informatica fanno la figura dei fessi perché nel mondo del lavoro i programmatori hanno appena il diploma e trovano lavoro molto prima.
Se poi pensano di poter fare i dirigenti grazie alla laurea ahahahah tanti auguri!!! Quei posti sono esclusivamente per i raccomandati
Paolo, quella che hai dipinto non penso sia la situazione reale.
Su alcuni punti sono in accordo con te, come il fatto che spesso i neolaureati vengono sfruttati specialmente in italia, ma da qualcosa bisogna pur iniziare, non si puo’ pretendere che solo perche’ si ha una laurea allora c’e’ un posto da dirigente che ci aspetta. Nell’informatica come in tutto non basta la laurea serve l’esperienza, e l’informatica e’ forse uno dei pochissimi settori dove puoi davvero fare esperienza da solo senza lavorare per nessuno.
Il fatto che i diplomati lavorino e tu no penso sia solo dovuto al fatto che ne sanno piu’ di te e che non basta un pezzo di carta per attestare le tue conoscenze. Il mercato c’e’ ed e’ florido ma nessuno ti porta il lavoro a casa,