La CGIL, come noto, è il più grande Sindacato italiano, ed anche per questo il recente accordo sul rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici, senza il via libera da parte della FIOM, ha suscitato polemiche, spaccature e dichiarazioni di illegittimità dell’accordo stesso. Ebbene, al riguardo nei prossimi giorni sono attese le prime iniziative contro un accordo per i metalmeccanici, che, secondo quanto sottolineato dal segretario generale della CGIL, Guglielmo Epifani, rappresenta il punto più basso nel rapporto con gli altri due Sindacati della “triplice”, ovverosia la Uil e la Cisl. E così, già a partire da venerdì prossimo, 6 novembre 2009, la FIOM contro l’accordo separato ha preparato una manifestazione a Bergamo in virtù del fatto che l’intesa viola il sistema delle regole condivise. E dal 9 al 13 novembre prossimo, inoltre, scatta una settimana di mobilitazione visto che, come sottolineato da Epifani, si è aperto un problema di democrazia dato dal fatto che “a decidere per i più sono stati quelli che rappresentano i meno”.
Intanto, la CGIL ha reso noto che a Roma, per ben quattro settimane, ci saranno dei presidi presso le piazze più importanti della Capitale a difesa dell’occupazione; oggi, in particolare, è partita la terza settimana di un’iniziativa che porterà poi alla grande manifestazione per l’occupazione, e contro la crisi, fissata per il prossimo 14 novembre.
Ad essere occupata da oggi, e per una settimana, è Piazza Santi Apostoli per un presidio al quale sono state ufficialmente invitate sia le istituzioni, sia il mondo della politica per un confronto aperto con i lavoratori, i precari, i cassintegrati ed i disoccupati provenienti da tutte le Regioni italiane. Secondo la CGIL, infatti, per poter guardare al futuro è necessario uscire dalla crisi, e per farlo occorre difendere le fabbriche e dire “no” ai licenziamenti. Un recente studio IRES-CGIL, lo ricordiamo, ha messo in evidenza come il tasso di disoccupazione in Italia sia di gran lunga superiore ai valori ufficiali in virtù del fatto che c’è un vero e proprio esercito di persone che, scoraggiate, non cercano più un’occupazione.