Il Governo, al fine di contrastare il lavoro nero al Sud, ha varato quello che è stato definito il “Piano anti sommerso”, ovverosia un insieme di misure finalizzate a mettere a segno un vero e proprio attacco frontale contro l’occupazione irregolare che molto spesso fa rima con lo sfruttamento. La decisione del Governo, ed in particolare del Ministro Sacconi, di contrastare frontalmente il lavoro nero è stata ben accolta dalla Cisl, ed in particolare dal Segretario confederale Giorgio Santini, il quale ritiene che, pur tuttavia, per una efficace implementazione del “Piano anti sommerso” servirebbe sul territorio il pieno coinvolgimento dei rappresentati dei datori di lavoro e dei lavoratori. Da molti mesi, inoltre, la Cisl aspetta che il Governo provveda a varare il “Piano per il Sud” che, associato alle misure di contrasto al sommerso, possono chiaramente dare una prospettiva al Mezzogiorno.
Il Segretario confederale Uil, Guglielmo Loy, pur apprezzando l’avvio della lotta al sommerso dal Mezzogiorno, ha ricordato come quello del lavoro nero, e della difesa dei più deboli e degli indifesi, sia comunque un dramma che riguarda l’intero Paese, e che quindi le azioni di contrasto all’illegalità nel mondo del lavoro devono avere anche un indirizzo più ampio. Guglielmo Loy, inoltre, sottolinea come nel Mezzogiorno il lavoro nero si combatta anche offrendo ad un vero e proprio esercito di disoccupati una opportunità di lavoro stabile, e non forme altamente precarizzanti come ad esempio sono i cosiddetti “voucher“.
Secondo la Flai-Cgil, invece, il Piano contro il sommerso del Governo in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania è solo parziale e non risolve il problema del lavoro nero. Questo perché, ad esempio, le misure adottate dall’Esecutivo prevedono controlli a campione nelle quattro Regioni su appena diecimila aziende agricole, ovverosia su neanche il 2% del totale visto che in questi territori di aziende agricole ce ne sono oltre 600 mila. Non a caso, il Coordinatore del Dipartimento Politiche del Lavoro della Cgil Nazionale, Claudio Treves, ha sottolineato che le iniziative per la lotta al sommerso sono le benvenute, ma devono essere basate su una “strategia di lungo respiro, e non di misure episodiche e scoordinate“.