Sono sempre di più gli architetti che scelgono di andare a lavorare all’estero. Purtroppo, però, le giovani professionalità italiane vengono spinte oltre confine non tanto dalla volontà di andare a cavalcare una carriera internazionale, quanto dall’esigenza di rintracciare della nuova clientela che, all’interno dei bordi nazionali, è pressochè introvabile. Il mercato locale congestionato e iper-concorrenziale induce così, all’emigrazione, gli architetti tricolori.
Proprio per questo motivo il Consiglio nazionale degli architetti ha lanciato il programma SeeArch, un database digitale che si rivolge a tutti gli architetti italiani che siano disposti ad andare a lavorare all’estero.
Il programma, partito poco più di due mesi fa, ha già raccolto più di 500 adesioni volontarie, in prevalenza di architetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni, con una buona consocenza della lingua inglese e, soprattutto, la valigia pronta.
Secondo quanto affermato sulle pagine del magazine Casa 24 Plus dal Cnappc, tra il 2007 e il 2011 il numero di professionisti italiani effettivamente impegnati all’estero è aumentato dal 5,5 per cento al 7,1 per cento del totale. Le stime ufficiali sul 2012, non ancora ufficializzati, parlerebbero di una percentuale superiore all’8 per cento, con una netta prevalenza per le destinazioni europee.
Secondo una concorrente indagine dell’Architects council of Europe, invece, il 40 per cento degli architetti italiani avrebbe considerato di andare all’estero nel corso degli ultimi 12 mesi, contro una media europea del 35 per cento. Sempre secondo la ricerca, il principale impedimento, per il 76 per cento degli architetti italiani, starebbe nelle difficoltà pratiche e personali connesse ai trasferimenti, contro una media europea pari al 66 per cento. Infine, il 38 per cento degli architetti italiani ammetterebbe di avere insufficienti capacità e conoscenze linguistiche, mentre il 23 per cento dichiara di non conoscere bene i regolamenti edilizi dei Paesi stranieri. È dell’11 per cento la percentuale di coloro che temono di non trovare lavoro all’estero.
Per maggiori informazioni, consultare il sito internet www.seearch.it.