Nel pomeriggio di martedì scorso, 14 giugno del 2011, nel corso di un convegno, il Ministro Brunetta è stato “vittima” di un agguato. Questo è quanto in particolare afferma, difendendosi, proprio il titolare del Ministero della Pubblica Amministrazione. A margine del convegno una rappresentante della rete del precariato della Pubblica Amministrazione voleva prendere la parola, ma appena compreso il tema il Ministro Brunetta ha voltato le spalle ed è andato via. Il tutto non è finito qui visto che poi all’uscita c’è stato qualche insulto al Ministro, ma anche qualche spintone tra i rappresentanti dei precari della PA e gli organizzatori dell’evento.
A destare scalpore e sconcerto, tra i detrattori del Ministro Brunetta, è stata però la sua frase secondo cui quella rappresentante della rete del precariato individua “l’Italia peggiore“. “L’Italia peggiore è quella che usa la Rete come un manganello per agguati squadristici, senza aver nulla da dire“, ha dichiarato il Ministro Brunetta che in queste ultime ore secondo una buona fetta della stampa nazionale ha fatto un parziale dietrofront in merito alle sua dichiarazioni nel corso del convegno. Secondo il Ministro Brunetta quello relativo al precariato nella Pubblica Amministrazione è un problema grave, che l’Italia non è ancora riuscito a risolvere, e che “avrebbe richiesto bel altro tempo e ben altra attenzione“.
Quindi, secondo il Ministro della Pubblica Amministrazione la richiesta di prendere parola nel corso del convegno da parte della rappresentante della rete del precariato nella PA, rappresenta, anzi rappresenterebbe in tutto e per tutto una azione “premeditata con cura a fini mediatici“. Intanto su Facebook è scattato un vero e proprio tam tam mediatico, con gruppi che nascono come funghi: ad esempio, c’è “Basta Brunetta“, “Fermate Brunetta“, ma anche “Brunetta dimettiti!”. Pur tuttavia dubitiamo che il Ministro Brunetta intenda seguire i “consigli” del popolo che frequenta i social network.