Anche oggi vogliamo parlare di giovani e lavoro: un argomento che nel corso di questi ultimi tempi sembra essere diventato di grande attualità . Secondo i risultati di un’indagine condotta dalla Cgil e dal Sunia relativa alla condizione abitativa dei giovani è emerso che sarebbero più di 7 milioni gli individui di età compresa tra i 18 ed i 34 anni che abita con i genitori; tra questo quelli che hanno più di 25 anni sono il 40% e uno su due lavora ma ha un’occupazione precaria e percepisce uno stipendio di mille euro al mese.
Per i giovani uno dei maggiori ostacoli è rappresentato dal costo delle abitazioni; Laura Mariani responsabile delle Politiche abitative della Cgil dice che è:
Indispensabile rivendicare un ‘Patto per l’abitare’ che sia in grado di far incontrare la domanda dei bisogni giovanili con un’offerta adeguata in modo da regolare un mercato con trasparenza
Il 44% delle persone che continuano ad abitare in quelle che sono state chiamate “case d’origine” ha una laurea mentre il 50% un diploma. Pensate poi che secondo uno studio dell’Università Cattolica di Milano e riportato dalla Cgil saranno circa 13-15 milioni le famiglie che (questo dovrebbe accadere nei prossimi anni) avranno un reddito mensile di circa 1.500 euro. E, questi nuclei non saranno formati solo da pensionati ma anche da precari: persone che percepiranno uno stipendio al di sotto di quello della media italiana ma al di sopra della soglia di povertà .
La sindacalista aggiunge anche:
E’ una sorta di primato negativo per il nostro Paese: siamo l’economia avanzata nella quale la minoranza costituita dai giovani ha pagato il prezzo più alto della recessione e continua a farlo. Statisticamente le generazioni nate fra il 1974 e il 1994 hanno assorbito per intero il costo della crisi economica
Sì siamo noi ad aver pagato il prezzo più alto e il futuro non appare di certo roseo.
Via| adnkronos