Gli ultimi tre anni in Italia non sono stati difficili solo per i lavoratori dipendenti, con molti di questi che hanno conosciuto la mobilità e la cassa integrazione, ma anche per tantissimi professionisti. Stiamo parlando di avvocati, architetti, piccoli operatori autonomi ed ingegneri che hanno dovuto far fronte ad un brusco calo del volume d’affari. Ma come hanno reagito alla crisi i professionisti? Ebbene, la risposta ci giunge al riguardo dalla Camera di Commercio di Milano, la quale, avvalendosi del Consorzio Aaster del sociologo Aldo Bonomi, ha fatto il punto consultando quest’anno oltre mille professionisti che lavorano sotto la Madonnina. Quasi la metà di questi professionisti, il 43% per l’esattezza, non ha reagito alla crisi chiudendosi in se stessi, ma andando a contrastare la pessima congiuntura attraverso la ricerca di nuovi clienti e di nuovi mercati. Pur tuttavia, un campione ampio, pari a ben il 75%, rileva come nello scenario post crisi si stima d’aver perso quello che era il prestigio di una volta.
Secondo quanto dichiarato dal presidente della Camera di commercio di Milano, Carlo Sangalli, quello delle professioni per il capoluogo lombardo rappresenta un settore chiave per il rilancio dell’economia milanese. Pur tuttavia, lo scenario post crisi per i professionisti è caratterizzato con il 70% di questi che si dichiarano insoddisfatti della propria retribuzione; e come diretta conseguenza non sono soddisfatti del tenore di vita proprio e della propria famiglia che, a causa della crisi, ha subito in tutto e per tutto un vero e proprio declassamento a livello economico.
In che modo allora far fronte alle difficoltà? Ebbene, la Camera di Commercio di Milano ha rilevato e quindi indicato come possibili soluzioni anticrisi quelle dello scambio professionale, anche attraverso i nuovi media come i social network, ma anche attraverso processi di internazionalizzazione. E quando proprio non è possibile allargare i propri orizzonti all’estero, i professionisti oramai cercano nuovi clienti fuori dal proprio “recinto”, ovverosia fuori dal Comune e dalla Provincia dove si esercita l’attività.