Nonostante tutto, in Italia i lavoratori dipendenti in media guadagnano di più all’aumentare del proprio profilo professionale. Questo, in particolare, è uno dei dati interessanti emersi da “Domanda di Lavoro e Retribuzioni nelle Imprese Italiane“, un rapporto che Unioncamere ha realizzato con la società di indagine OD&M Consulting, e con il contributo della società di servizi per il mercato del lavoro Gi Group. Dal Rapporto, inoltre, è emerso come lo scorso anno, nonostante la crisi, le retribuzioni medie abbiano fatto registrare un rialzo del 2% attestandosi così sopra il livello dell‘inflazione; la media, nello specifico, si è attestata a quasi 26 mila euro con un incremento di 500 euro rispetto al 2008 e con una tendenza che è rimasta in linea con gli anni precedenti e, quindi, anche con il periodo pre-crisi. Il Rapporto fotografa chiaramente le retribuzioni di chi il posto di lavoro lo ha mantenuto, ragion per cui, contestualmente, non sorprende il fatto che il reddito lordo delle famiglie italiane è comunque sceso dell’1,4% a causa dell’incremento della disoccupazione.
Nonostante gli allarmismi, uniti ad un pessimismo dilagante, per il nostro Paese, in base a quanto emerso dal Rapporto, il 2010 si presenta comunque come un anno che dovrebbe essere caratterizzato dal fronte occupazionale da un miglioramento del quadro complessivo. Determinante, come sopra accennato, sarà il profilo professionale, con la conseguenza che, rispetto magari a chi ha solo la scuola dell’obbligo, le maggiori chance di occupazione sono a favore di chi ha un diploma ed ancor di più una laurea.
La spiegazione di tutto ciò è data dal fatto che le imprese italiane, al fine di poter agganciare al meglio la ripresa economica, peraltro lenta e fragile, hanno bisogno di reclutare ed assumere personale che sia qualificato e che sia in grado, di conseguenza, di far aumentare la qualità media delle risorse umane presenti in azienda.