In Italia c’è lavoro e lavoro. Ci sono professioni “tranquille”, per le quali si sta seduti per otto ore davanti ad un terminale, magari con più pause durante la giornata rispetto al consentito, e ci sono lavori decisamente più usuranti, al punto che la salute è a rischio senza neanche accorgersene. Ci sono infatti alcuni settori dove l’inalazione di polveri e composti derivanti dalla lavorazione dei metalli, del legno e di altri materiali, possono mettere a rischio la salute nel lungo periodo con la formazione, anche dopo parecchi anni, di tumori del naso. Le polveri ed i composti a rischio, in particolare, sarebbero quelli derivanti dalla lavorazione del cuoio e del legno, ragion per cui il lavoro del falegname, di chi è addetto alla lavorazione dei mobili o della concia delle pelli rischia di contrarre dei carcinomi naso-sinusali; ma lo stesso dicasi per sostanze potenzialmente cancerogene come i composti del cromo ed i sali di nichel che, in generale, rischiano di mettere in serio rischio, senza adeguate protezioni sul posto di lavoro, la salute di chi lavora nell’industria chimica, nel tessile ma anche in agricoltura e nel settore della panificazione.
A delineare questo quadro preoccupante è Vera Martinella (Fondazione Veronesi) sul Corriere.it dopo l’allerta lanciata a Roma, nel corso di un workshop, dall’Ispesl, l’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro. Molti lavoratori, quindi, rischiano di ammalarsi di qualche tipologia di cancro nasale che risulta essere tra l’altro difficilmente diagnosticabile ai fini della prevenzione visto che i periodi di latenza possono essere anche di 10-20 anni; a conti fatti, quindi, può risultare difficile associare la malattia ad una patologia legata all’esercizio della professione e ad una esposizione persistente e prolungata a polveri e composti nocivi.
Di conseguenza, c’è da fare molta attenzione, con il lavoratore che deve prendere le opportune precauzioni, e con il datore di lavoro che deve chiaramente mostrare sensibilità a questo rischio prendendo contromisure al fine di tutelare la salute dei propri dipendenti. Ma come rilevare i primi sintomi di patologie gravi all’apparato olfattivo? Ebbene, Fabio Beatrice, che a Torino ricopre il ruolo, presso l’ospedale San Giovanni Bosco, di responsabile dell’Otorinolaringoiatria, fa presente come sia necessario fare molta attenzione a queste patologie che si presentano con una sintomatologia alquanto subdola, e quindi non bisogna trascurare i casi di frequenti secrezioni al naso con sangue, o ancor peggio casi di ostruzione respiratoria al naso di tipo monolaterale.