Nella Regione Sardegna il tasso di disoccupazione continua a mantenersi su livelli molto elevati, ma segnali incoraggianti arrivano nel passaggio dall’ultimo trimestre dello scorso anno al primo trimestre del 2010. Se infatti nel periodo ottobre – dicembre 2009 il saldo occupazionale sul territorio sardo segnava un rosso di 28.040 unità , nel primo quarto del 2010 il saldo tra chi ha trovato lavoro, e chi l’ha perso, è stato invece positivo per poco più di 19 mila unità . E’ questo il dato positivo ed incoraggiante che emerge da “Congiuntura Lavoro Sardegna“, un Rapporto a cura dell’Agenzia regionale per il Lavoro pubblicato dopo il rilascio degli ultimi dati sull’occupazione a cura dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Come accennato, il tasso di disoccupazione, al 16,1%, in Sardegna rimane non solo molto elevato, ma anche sui massimi in rapporto allo scenario nazionale a conferma di come sul territorio la recessione internazionale e la crisi del settore produttivo abbia lasciato il segno.
A preoccupare, in particolare, è la persistente discesa per i posti di lavoro con contratto a tempo indeterminato; ad essere maggiormente interessati a questo trend negativo sono soprattutto i lavoratori uomini per effetto delle numerose crisi aziendali che ci sono sul territorio sardo, mentre si confermano in ascesa oramai da oltre un anno, seppur con tassi di crescita non elevati, le posizioni di lavoro stabile delle donne quasi sempre nel settore dei servizi.
Nel Rapporto a cura dell’Agenzia regionale per il Lavoro, inoltre, viene messa in risalto la discrepanza del dato dell’Istat su chi è in cerca di occupazione in Sardegna, rispetto a quello del Sistema Informativo del Lavoro (Sil); se infatti per l’Istituto Nazionale di Statistica in Sardegna ci sono 112 mila persone in cerca di occupazione, per il Sil i numeri salgono a 358.336 in quanto vengono considerati anche quelli che, pur essendo disoccupati, non dichiarano di essere alla ricerca attiva di un’occupazione; il dato del Sil, quindi, può essere considerato come la sommatoria tra i disoccupati e gli “scoraggiati”, ovverosia coloro che per il momento, magari dopo una lunga ricerca, hanno deciso di “gettare la spugna” in quanto ritengono di non avere chance a breve termine per tornare a lavorare o per trovare la prima occupazione.