E’ da un bel po’ che in Italia la “triplice”, ovverosia Cgil, Cisl e Uil, è spaccata su molte decisioni, prese di posizione ed iniziative. Se infatti la Cisl e la Uil di norma riescono a fare fronte comune, la Cgil, invece, mantiene posizioni diverse, spesso divergenti, e comunque di forte opposizione e critica nei confronti dell’attuale Governo di centrodestra. Pur tuttavia, la Cgil ha scritto una lettera aperta alla Uil ed alla Cisl tendendo conto sia dell’attuale situazione del nostro Paese, sia dell’ultimissima manovra economica, da 45 miliardi di euro, che comporterà altri sacrifici a carico degli italiani.
E allora la Cgil, pubblicamente, ha posto ai due Sindacati alcune domande tanto sulla manovra quanto sul futuro del mondo del lavoro in Italia. La questione più spinosa è chiaramente quella legata alle deroghe al contratto nazionale che, tra l’altro, introducono a conti fatti in futuro una maggiore “libertà” delle imprese a licenziare. E sui contenuti della manovra la Cgil pone la seguente domanda: “Come si fa a dire che i deboli sono risparmiati dalla manovra quando i tagli saranno tutti sui servizi?”. E se le divisioni e le divergenze tra Cigl e Cisl-Uil rimangono, il Sindacato guidato da Susanna Camusso, in accordo con una nota della Segreteria, ha comunque reiterato la propria “incrollabile volontà di costruire una proposta ed un’iniziativa comune“.
La Cgil, lo ricordiamo, prima e dopo l’approvazione dell’ultima manovra ha chiesto di non andare a smantellare le tutele ed i diritti dei lavoratori, e di evitare che a pagare siano sempre i soliti noti, ovverosia i lavoratori dipendenti ed i pensionati. A tal fine per il Sindacato occorre agire non solo sul taglio dei costi della politica, ma anche sulle rendite patrimoniali, partendo dagli immobili, e contro l’evasione fiscale secondo la regola che chi ha di più debba pagare di più.