A Milano si fa tanto volontariato a fronte di pasti veloci, mentre i romani dedicano in media più tempo allo sport e passano più tempo in ufficio; a Napoli invece da un lato si dorme meglio e dall’altro si guarda meno televisione. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia su lavoro, occupazione e tempo libero scattata dalla Camera di Commercio di Milano in base ad un sondaggio che, effettuato quest’anno con il metodo C.A.T.I. attraverso Digicamere, ha coinvolto un campione di 600 persone delle città di Roma, Milano e Napoli. In media la giornata degli italiani è caratterizzata da sei ore per dormire, 20 minuti al giorno in media per lo sport, ed un’ora e dieci minuti per mangiare. Nel dettaglio, i milanesi puntano di più sul fast food con la conseguenza che per mangiare, rispetto ad un’ora e dieci minuti di media, spendono al giorno meno di un’ora del loro tempo; i tempi da dedicare all’alimentazione non sono tra l’altro più quelli di una volta se si considera che solo uno su quattro, in Italia, Paese della dieta mediterranea, rimane a tavola per un tempo superiore alle due ore.
D’altronde la vita è sempre più frenetica con ritmi di lavoro spesso insostenibili, ragion per cui spesso il pranzo si riduce al classico panino al volo, ma ci sono anche lavoratori che fanno la mattina una colazione abbondante e, volenti o nolenti, si ritrovano a saltare il pranzo.
A Roma, come sopra accennato, quasi un lavoratore su quattro si ferma in ufficio oltre le otto ore, fa più sport e legge di più i libri con una media di 1 ora e 40 minuti al giorno rispetto ad una media complessiva di un’ora e mezza. Milano, metropoli degli affari per eccellenza nel nostro Paese, è la città dove le persone dedicano meno tempo agli amici, ma contestualmente ne spendono più per il volontariato, mentre la situazione è diametralmente opposta a Napoli. Basti pensare che a Milano, in accordo con le rilevazioni della Camera di Commercio, nel 14% dei casi si registra da parte dei cittadini un impegno giornaliero presso le onlus che parte da un minimo di due ad un massimo di quattro ore.