La decisione del Governo, con la manovra finanziaria, di tagliare i ponti per le festività al fine di rilanciare nel nostro Paese la produttività, rischia di arrecare un grosso danno agli operatori e, di conseguenza, ai lavoratori del turismo. Ne sono convinte le Associazioni di categoria, ed in particolare la Assoturismo Confesercenti che sottolinea come in nome del rilancio della produttività non si possa andare a mettere un freno ad un comparto chiave nel nostro Paese qual è quello del turismo. Al riguardo sono attese modifiche, ma stando al contenuto del Decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, a partire dal 2012 festività come il 2 giugno, l’1 maggio ed il 25 aprile cadrebbero sempre di domenica.
In accordo con quanto riporta il sito Internet della Confesercenti, lo spostamento alla domenica delle festività non religiose comporterà per il settore del turismo una perdita di fatturato pari a ben 6 miliardi di euro con conseguenti ricadute negative a livello occupazionale. Non a caso, conti alla mano, Claudio Albonetti, il Presidente di Assoturismo, ha sottolineato come con l’accorpamento delle festività da un lato l’Italia acquisirebbe tre giorni in più di produttività, ma dall’altro per l’industria del turismo si andrebbero a perdere ben dodici giorni di lavoro.
Ad essere penalizzati dall’accorpamento delle festività non sarebbero solamente i ristoratori e gli albergatori, ma nel complesso tutti gli operatori della filiera del turismo che partono dal commercio per arrivare fino al settore dell’agro-alimentare. Per questo il Presidente di Assoturismo ha lanciato un appello al Ministro del Turismo affinché venga salvaguardato un comparto che già sta attraversando da tempo un periodo critico tale per cui, tra l’altro, servirebbero interventi incisivi e di rilancio della domanda anche attraverso un alleggerimento della fiscalità. Al riguardo, già da diverso tempo le Associazioni di categoria chiedono l’abbbattimento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) applicata sui servizi turistici.