Negli ultimi 5 anni il mondo del lavoro ha subito una vera e propria rivoluzione. Le tecnologie digitali e l’aumento dei canali di comunicazione, soprattutto online, ha portato sia i datori di lavoro che i dipendenti a rivedere in toto il concetto stesso di impiego e sono cambiate le competenze necessarie richieste a chi è in cerca di occupazione. Se fino a qualche tempo fa la preparazione tecnica, i titoli accademici e l’esperienza la facevano da padrone, oggi sono le capacità trasversali e personali a contare di più, le cosiddette “Soft skills”. Ma quali sono le più ricercate e perché sono diventate così importanti? Proviamo a scoprirlo.
Se per “hard skills” si intendono le competenze “oggettive” come la conoscenza di un programma o di una metodologia di lavoro, con il termine “soft skills” vengono considerate tutte quelle capacità relative alle caratteristiche personali, al modo di comunicare, alle abilità relazionali e a tutto ciò che riguarda la sfera emotivo-espressiva di un impiego.
Abilità che non sempre si imparano nelle università o nei corsi professionali ma che diventano fondamentali nel mondo del lavoro alle soglie del 2020. Ma quali sono in concreto le abilità che ci servono per trovare un impiego e che, ovviamente, dovremo ben sottolineare nei nostri CV?
La prima è la capacità di risolvere problemi, il famoso “problem solving”. Innanzitutto è opportuno precisare che non ci si riferisce qui, come nel passato, a un processo meccanico di problema-risposta. Stiamo parlando invece della capacità di utilizzare la creatività personale per risolvere situazioni inaspettate ideando soluzioni fuori dagli schemi e originali.
Una skill legata a doppio filo alla creatività. Ogni giorno nascono nuovi prodotti, nuovi servizi e nuove metodologie di lavoro. E nonostante i progressi fatti nel mondo dell’automazione e della tecnologia la componente umana resta preponderante nei processi aziendali. Essere creativi oggi significa elaborare idee inedite, porre ai datori di lavoro nuove sfide e proporre soluzioni a cui nessuno aveva mai pensato. Quella che era una specificità riservata agli artisti e agli uomini di cultura rientra a pieno diritto nella realtà lavorativa.
Nelle attività sportive così come nel lavoro odierno, è poi necessario essere in grado di negoziare efficacemente. Gli stakeholders di ogni attività si sono moltiplicati a dismisura, così come i referenti e i canali di comunicazione attraverso cui interagire. La negoziazione è proprio per questo motivo una delle “social skill” più ricercate. Chi è in grado di interfacciarsi in maniera lucida e coerente con la mission aziendale con i propri colleghi, con i clienti e i superiori ha molte più possibilità di trovare un posto di lavoro stabile.
Accanto alla sfera razionale sta assumendo sempre maggiore importanza la componente emotiva, soprattutto nei processi di team building: capire le emozioni di chi condivide ogni giorno con noi l’esperienza lavorativa e modificare i nostri comportamenti per creare un ambiente di lavoro caratterizzato da serenità e collaborazione è prerogativa indispensabile sia per chi gestisce piccoli gruppi che soprattutto per i manager e i dirigenti, “costretti” ormai a conoscere approfonditamente il carattere e le esigenze di ogni membro dello staff e a metterli nelle condizioni ottimali per produrre.
Lavorare oggi significa poi essere sottoposti a continue pressioni. Tutte le occupazioni si sono fatte più “veloci”, le richieste aumentano e non è facile mantenere la concentrazione nei momenti di difficoltà. Proprio per questo la capacità di gestire lo stress diventa fondamentale a ogni livello. Una capacità che va affinata nella vita quotidiana e poi portata sul posto di lavoro.
Spesso sottovalutata, a torto, è la “service orientation”, ossia la capacità di individuare, riconoscere e studiare i bisogni dei clienti per offrirgli soluzioni personalizzate e anticipare le possibili esigenze che potrebbero nascere in futuro. Oggi l’offerta di prodotti, opportunità e servizi è quasi infinita. A noi il compito di saper leggere le tendenze e i trend che si muovono nella società e a rispondere alle richieste di ogni referente. Ovviamente nel minor tempo possibile.
Quante scemenze per giustificare il vostro inutile ruolo di HR. Non capite un cazzo di talenti!