Per la CGIL la manovra bis 2011 ha rispettato il solito copione tanto che Susanna Camusso, in una intervista su “l’Unita”, afferma
siamo responsabili, siamo disponibili, purché si rispetti un principio di equità sociale, purché a pagare non siano sempre gli stessi” altrimenti “si dovrà ricorrere alle forme classiche della protesta
Lo sciopero generale è una possibilità che la CGIL sta valutando anche per dare un segnale preciso al governo e per chiedere al ministro dell’Economia che il costo della crisi non possono pagarlo i soliti lavoratori a reddito fisso.
Al contrario, per Tremonti il decreto è senza alternative
vedremo di compensare ma non abbiamo alternative a questo modello
In che cosa consiste questo modello? Via 40 province e l’accorpamento dei comuni sotto i mille abitanti, interventi sulle tredicesime e sul trattamento TFR dei dipendenti pubblici. Non solo, tagli per le Regioni ed enti locali che dovranno per questo elevare l’addizionale Irpef per continuare ad offrire i soliti servizi. Le rendite finanziarie saranno tassate al 20% con esclusione dei titoli di Stato e sarà anche introdotto un contributo di solidarietà sui redditi medio-alti dei lavoratori privati e l’innalzamento dell’Irpef dei lavoratori autonomi per redditi superiori a 55000 euro (inizialmente prevista per 2-3 anni ma potrebbe poi diventare permanente). Sul fronte delle pensioni di accelererà l’adeguamento dell’età di pensionamento delle lavoratici private, e i costi della politica? Per questo capitolo il governo promette risparmi ma che saranno pienamente applicabili dalla prossima legislatura.
Sui costi della politica la CGIL intende essere chiara e precisa, tanto che il segretario generale confederale della maggiore organizzazione sindacale italiana afferma che
Siamo contro insopportabili privilegi, ma il tema dell’equità va ben oltre l’abbattimento di questi privilegi e non può diventare un alibi. Se cancelli un vitalizio dei parlamentari, non per questo puoi caricare di balzelli i lavoratori
Susanna Camusso lo ripete: ancora una volta non si parla di evasione fiscale
Niente che faccia pensare a una seria azione contro l’evasione fiscale. Annunci e basta. Mentre una politica antievasione servirebbe non solo a far l’emergere il sommerso, a colpire la criminalità, ma diventerebbe condizione favorevole di dinamismo, di una competizione reale, frenata invece da clientele, favori, taglieggiamenti