La Cisl torna a ribadire la sua posizione critica nei confronti della manovra economica di agosto; in effetti, nel ribadire la forte avversione per la decisione del governo di apporre il voto di fiducia al maxiemendamento, il sindacato ne ricorda l’iniquità ed esprime la propria contrarietà sull’età pensionabile delle donne nel privato all’ulteriore avvicinamento al 2014 della partenza del percorso che porterà nel 2026 alla parificazione.
Non solo, la seconda centrale sindacale pone anche in evidenza le diverse azioni intraprese al fine di ottenere alcune significative modifiche dell’impostazione originaria relative aalla modifica dell’articolo 8 stabilendo la priorità degli Accordi Interconfederali relativamente ai contratti aziendali e territoriali, garantendone l’efficacia a tutti i lavoratori anche rispetto a veti e ricorsi giudiziari ed eliminando il pericolo che sindacati di comodo potessero ridurre le tutele contrattuali e legislative dei lavoratori.
Allo scopo di rimarcare questa posizione il segretario generale confederale della Cisl, Raffaele Bonanni, si dichiara disponibile a siglare sul contestato articolo 8 un patto con CGIL e UIL
Possiamo sottoscrivere un documento politico con Cgil e Uil che lo metta nero su bianco: non ricorreremo alla gestione della norma che consente i licenziamenti in deroga allo Statuto dei lavoratori
In effetti, pur non condividendo lo sciopero generale della CGIL, Raffaele Bonanni si dichiara fortemente critico sul giudizio complessivo verso il governo che si dinostra, ancora una volta, non adeguato a gestire l’attuale situazione generale dichiarandosi d’accordo con la soluzione fortemente prospettata da Pisanu sulla definizione di un governo di larghe intese, o di tipo tecnico, allo scopo di dare stabilità al Paese e offrendosi come un interlocutore affidabile e serio con le istituzioni europee.
In una nota diffusa dalla segreteria confederale la Cisl esprime un giudizio negativo anche per via della mancanza di misure adeguate sul piano dell’equità nei confronti dei redditi più alti, per la riduzione troppo blanda dei privilegi della politica e del costo degli assetti istituzionali per la mancata tassazione , dei patrimoni immobiliari e mobiliari, più alti.