La nuova manovra bis 2011, accanto alle misure che avevamo scritto ieri – aumento di un punto dell’Iva dal 20 al 21%, un contributo del 3% sopra i 500 mila euro e l’anticipo dell’aumento dell’età di pensionamento delle donne nel settore privato già dal 2014 – è stata modificata allo scopo di prevedere diversi nuovi criteri di entrata.
Si conferma l’eliminazione del contributo solidarietà , originariamente prevista una trattenuta del 5% per i redditi oltre i 90mila euro e del 10% per quelli sopra i 150mila euro per i privati, anche se poi resta per i dipendenti del pubblico impiego e per le pensioni cosiddette d’oro.
Non solo, si conferma anche la volontà di non toccare le tredicesime per i dipendenti della pubblica amministrazione qualora l’amministrazione di riferimento non raggiunga l’obiettivo di spesa. In questo caso è stato comunque introdotta una riduzione del 30% della retribuzione di risultato dei dirigenti responsabili, cosa tra l’altro più sensata.
Si confermano anche le festività civili – 1 maggio, 2 giugno e 25 aprile – come stabilite dal calendario mentre si sposta alla domenica le feste patronali tranne quella del patrono di Roma, 29 giugno, che è tutelata dal concordato, ma non il 7 dicembre, ovvero il patrono di Milano.
Non poteva non mancare la riscossione coattiva del condono 2002: ora i contribuenti che avevano allora aderito alla sanatoria pagando la rata iniziale e che poi sono spariti verranno costretti dall’Agenzia delle Entrate e da Equitalia a pagare il dovuto con gli interessi entro il 31 dicembre 2011, altrimenti incorreranno in una sanzione pari al 50% delle somme in questione.
La manovra bis 2011 ha pure introdotto la tassa per il trasferimento di denaro, o money transfert. In questo caso sarà istituita un’imposta di bollo sui trasferimenti di denaro all’estero attraverso gli istituti bancari pari al 2% trasferito con ogni singola operazione, con un minimo di prelievo di 3 euro. Saranno esenti i trasferimenti effettuati da persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale.
È stato anche iscritto anche a bilancio la restituzione del bonus bebè, ossia la quota di mille euro per i bimbi nati o adottati nel 2005 e nel 2006 percepiti in maniera indebita; in effetti, le famiglie che avevano ricevuto la somma non avendo i requisiti di reddito richiesti dovranno restituirla entro 90 giorni per evitare le sanzioni penali e amministrative.