La manovra di agosto è davvero una storia infinita; in effetti, il governo ha deciso di apportare altri correttivi decidendo, in sede di Consiglio dei Ministri, ad un aumento di un punto dell’IVA, dal 20% al 21%, l’anticipo dell’aumento dell’età di pensionamento delle donne nel settore privato già dal 2014 e un contributo di solidarietà del 3% per i redditi sopra i 500 mila euro.
La decisione è emersa in seguito ad un vertice di maggioranza tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli.
Il maxiemendamento sarà inserito nel testo del provvedimento fermo al Senato e sarà richiesto il voto di fiducia allo scopo di velocizzare l’iter parlamentare. Non solo, il prossimo giovedì il consiglio dei ministri varerà il ddl costituzionale per inserire in Costituzione l’obbligo al pareggio di bilancio e l’attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province.
La Cisl è decisamente contraria con questi ultimi provvedimenti tanto che Raffaele Bonanni ha osservato che
Siamo contrari sia all’aumento dell’età pensionabile per le donne, sia all’aumento dell’Iva. Se il Governo vuole fare un intervento equo e condiviso socialmente, introduca una patrimoniale, escludendo la prima casa e ripristini il contributo di solidarietà a partire da chi non ha la ritenuta alla fonte, facendo pagare chi guadagna di più e possiede di più
In realtà, non risultano al momento accantonate l’idea di ritoccare in alto le altre due aliquote IVA, ossia quella del 4% e del 10%.
Da parte sua il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, ha ribadito la sua contrarietà all’intera manovra economica
Le decisioni prese oggi sulla manovra sono il risultato di un governo in evidente stato confusionale, sordo di fronte al paese e sempre più condizionato dagli umori dei mercati. Le novità confermano, anzi rafforzano, l’iniquità di una manovra sbagliata, che produce effetti depressivi e non è in grado di raggiungere gli obiettivi di sviluppo e di crescita
La decisione di ricorrere ancora una volta al vota di fiducia per Susanna Camusso
è la dimostrazione di una maggioranza debole e incerta non in grado di confrontarsi con il paese ed il parlamento