Per la Corte dei Conti servono 46 miliardi di euro ed esiste uno spazio di manovra abbastanza limitato per via anche dell’attuale congettura economica che vede il nostro Paese in una situazione marginale con una crescita ridotta ai minimi.
Le analisi della magistratura contabile non permettono di pensare minimamente ad una riforma fiscale con misure che possano incidere sull’eventuale riduzione della pressione fiscale; in effetti, per la Corte dei Conti diventa necessario intervenire sulla spesa pubblica senza pensare minimamente ad un intervenire sul fronte fiscale: in sostanza, tra la nuova fiscalità regionale e municipale prevista per i prossimi anni, con una pressione fiscale che non si accennerà a diminuire, con la conseguente riduzione delle prestazioni sociali e con un sistema fiscale che non riesce a ridurre l’evasione attuale che, tra l’altro, ha assunto dei livelli impensabili si accrescerà il divario tra chi sta bene e non fa fatica a tirare a fine mese.
Il vero problema è l’evasione fiscale e la scarsa volontà di intraprendere azioni in questo senso. Infatti, l’Italia si conferma ai primi posti in Europa per l’evasione fiscale, una sensazione confermata e ribadita dalla stessa Corte; in effetti, le stime, e le dimensioni del fenomeno, analizzate convergono tutte nell’indicare come il fenomeno evasivo raggiunga in Italia un livello di punta nel panorama europeo, con l’eccezione della Grecia e della Spagna.
La Corte rileva che gli indicatori utilizzati evidenziano un aumento di compliance a partire dal quarto trimestre del 2009, dopo un riacutizzarsi del fenomeno evasivo negli anni della crisi: l’economia sommersa vale, secondo i calcoli dell’Istat relativi al 2008, il 17,5% del Pil ossia 275 miliardi di euro.
La Corte dei Conti ricorda che il documento di programmazione economico e finanziario ha posto in evidenza una scarsa crescita del nostro Paese anche nei prossimi anni e, malgrado ciò, la stessa Corte chiedono al governo di accelerare e completare il percorso di ricognizione, riflessione e proposta di recente avviato dal governo in vista di una riforma complessiva del sistema impositivo che tenga conto anche dei condizionamenti così come delle opportunità legati all’attuazione del federalismo fiscale. Solo in questa situazione, secondo la Corte, si potranno concretamente verificare anche gli spazi di manovra per un incisivo processo di ridimensionamento di esenzioni e agevolazioni, finalizzato all’ampliamento delle basi imponibili.