Marcinelle o Bois du Cazier, due località importanti che hanno colpito in modo grave l’opinione pubblica: l’8 agosto del 1956 la comunità dei lavoratori italiani in Belgio venne scossa da una tragedia senza precedenti.
A causa di un incendio in uno dei pozzi di carbon fossile di Bois du Cazier morirono 136 minatori italiani. Una tragedia immane che segnò profondamente la coscienza nazionale.
Le operazioni di salvataggio furono disperate e si conclusero il 23 agosto.
Nella giornata dedicata al ricordo delle vittime sul lavoro diverse personalità politiche hanno rilasciato dichiarazioni al fine di rimarcarne l’evento e l’attualità.
Così, per Schifani, presidente del Senato, occorre
Mantenere viva la memoria dei nostri concittadini caduti sul lavoro, in Italia e all’estero, è per noi tutti un dovere morale e un segno della nostra riconoscenza verso quei martiri dell’operosità italiana e del progresso civile
Anche il sindacato si ritrova compatto nelle varie iniziative.
Per il leader dell’UGL Giovanni Cetrella
Non si perda mai la memoria delle morti e degli incidenti sul lavoro, affinché superstiti, parenti e discendenti delle vittime almeno per un giorno si sentano meno soli e perché non venga mai meno l’impegno quotidiano di tutti per un lavoro più sicuro
Il patronato della Cgil in Belgio ha deposto una corona di fiori al monumento internazionale dedicato alle vittime del lavoro:
Ricorreva l’anno 1956 quando il mondo si fermò a guardare ciò che accadeva in Belgio in quella maledetta miniera dove si sono fermati i cuori di coloro che, emigrati dai Paesi più poveri, speravano in una vita migliore.
Uno dei giornali di allora più critici fu certamente il Corriere della Sera che nell’editoriale del 9 agosto 1956 titolava L’Italia può esportare dei lavoratori, ma non degli schiavi.
La tragedia di Marcinelle mise in chiara luce il problema della sicurezza sul lavoro e della prevenzione.
In concomitanza delle manifestazioni per ricordare l’evento, l’Inail ha fatto sapere che il numero complessivo degli infortuni denunciati nel settore delle imprese artigiane è in progressiva discesa: si è passati dai quasi 140 mila del 2005 ai 100.500 segnalati all’Istituto nel 2009 dal Rapporto Annuale, per una flessione nel quinquennio del 28% circa.
Un andamento confermato anche per quanto riguarda i casi mortali: se nel 2005 furono 321, infatti, nel 2009 ne sono stati registrati 210 (111 vittime in meno, pari al -35%).