Le donne in maternità, come noto, nel nostro Paese, a causa di un mercato del lavoro che non offre grande flessibilità, a partire dagli orari, trovano difficoltà a conciliare la vita familiare con i propri impegni professionali. Questo accade anche in Provincia di Rovigo dove, secondo quanto sottolineato dalla consigliera provinciale di Parità, Anna Maria Barbierato, c’è un trattamento discriminatorio proprio a carico delle donne nel mondo del lavoro. Al fine di poter adempiere al proprio dovere di madre, le donne in maternità hanno bisogno necessariamente di richiedere la flessibilità oraria, ma in base alle segnalazioni di donne in difficoltà ricevute dalla consigliera provinciale di Parità, sono proprio i datori di lavoro le figure che al riguardo fanno la maggiore opposizione.
Con la conseguenza che non vengono riconosciuti i diritti della donna in maternità e si opta per la discriminazione e per il mobbing. Quindi, secondo Anna Maria Barbierato i problemi inerenti la conciliazione tra lavoro e famiglia da parte di una donna in maternità non sono tanto legati alla crisi economica, ma alla mancanza, tra l’altro, di sensibilità sociale da parte di datori di lavoro che spesso operano anche in campi come quello della sanità che, invece, necessità proprio della flessibilità oraria del lavoro dipendente in modo tale che i servizi offerti ai malati ed agli anziani possano essere di qualità.
Ci sono però anche tanti altri datori di lavoro che sono corretti ma anche lungimiranti nell’adottare a livello imprenditoriale un’organizzazione del lavoro che garantisca la flessibilità oraria che è fondamentale per quelle donne, spesso nell’ambito di giovani coppie, che non possono avere in maternità il supporto, la collaborazione e l’aiuto dei genitori o di qualche parente. A conti fatti, quindi, violando la Legge, non mancano purtroppo le aziende che non si fanno carico delle proprie responsabilità quando le lavoratrici hanno bisogno di dover conciliare con orari più flessibili la vita professionale con quella familiare.