Passo indietro sulla mediazione, che diventa non più obbligatoria (lo avevamo anticipato anche qui: Bocciata mediazione obbligatoria) Stando a quanto affermato dalla Corte Costituzionale, infatti, sarebbe illegittimo costituzionalmente, per eccesso di delega legislativa, del dlgs n. 28/2010 il provvedimento “nella parte in cui ha previsto il carattere obbligatorio della mediazione”. Una nota particolarmente sconvolgente per il settore, visto e considerato che annulla i passi in avanti realizzati da un sistema già avviato un anno e mezzo fa, e sul quale il precedente esecutivo aveva riposto particolare fiducia per cercare di risolvere parte del volume del contenzioso che ogni anno intasa le scrivanie dei tribunali.
Non solo: con la pronuncia della Corte vengono altresì annullati gli investimenti – per centinaia di milioni di euro – investiti per realizzare l’istituto, come ad esempio quelli relativi ai quasi 1.000 organismi di mediazione iscritti al registro del ministero della giustizia, molti dei quali hanno investito anche più mila euro per avviare l’attività, ai 365 enti di formazione accreditati, ai 40 mila nuovi mediatori.
“Delle numerose questioni sollevate la Consulta ha accolto quella dell’eccesso di delega, sostenuta nel ricorso presentato dall’Oua al Tar Lazio nell’aprile 2011” – ricorda Italia Oggi del 24 ottobre 2012 – “La legge di riferimento è la n. 69/2009, che all’art. 60 delega il governo in materia di mediazione, prevedendo, al comma 3, lettera a), che «la mediazione, finalizzata alla conciliazione, abbia per oggetto controversie su diritti disponibili, senza precludere l’accesso alla giustizia». «La previsione del procedimento di mediazione come condizione procedibilità», spiega uno degli avvocati difensori dell’Oua, Mariagrazia Romeo, «impedisce al cittadino di andare dal giudice e si pone quindi come ostacolo all’accesso diretto alla giustizia»” – conclude infine.
Vedremo se, nei prossimi mesi, vi saranno significative novità in tema di un istituto che è stato travolto proprio nel momento in cui stava per fornire i primi risultati – forse non proprio assolutamente incoraggianti – sul lavoro svolto.