Il lavoro povero, in Italia, colpisce soprattutto due settori economici e si tratta del commercio e del turismo. All’interno di una media generale di tutta l’economia di 96 euro di retribuzione lorda per giorno lavorato, dove però è stata esclusa l’agricoltura, il turismo supera di pochissimo i 60 euro lordi. Un peso maggiore è dato sicuramente dalle basse retribuzioni che riguardano il settore della ristorazione.

Alcune indicazioni sul lavoro povero in Italia
Per il commercio la media è comunque bassa, arrivando a circa 87 euro lordi per giorno lavorato. Questa situazione evidenza come se un lavoratore italiano medio si ritrova a guadagnare mediamente circa 23,6 mila euro all’anno, chi lavora nel turismo ne percepisce meno della metà, con circa 11 mila euro all’anno. Una condizione che è stata sottolineata da un report realizzato dalla Filcams Cgil, la Federazione italiana lavoratori commercio, alberghi, mense e servizi.
Un peso maggiore sulle basse retribuzioni del turismo è chiaramente dovuto all’orario di lavoro, perché c’è una forte percentuale di lavoratori part-time, ossia del 27%. Nel turismo si arriva addirittura al 52%, arrivando poi addirittura al 72% per quanto riguarda le imprese di pulizie, per il commercio si arriva al 38%. Nel settore del turismo sono maggiormente le donne a lavorare e qui si prediligono i contratti part-time, anche però nel commercio le donne preferiscono questo tipo di contratto.
In realtà però questa condizione di part-time è una scelta personale solo per un terzo dei lavoratori, perché per la maggioranza è un’imposizione subita. Il lavoro povero in questi settori del turismo e del commercio è una piaga per il nostro Paese, con tanti lavoratori che fanno fatica ad arrivare a fine mese, nonostante abbiano un impiego. Purtroppo la causa è dettata da un modello produttivo che ha definito come regola la precarietà, con un eccessivo abuso del part-time involontario e contratti a tempo determinato.
Visto come l’economia italiana si basa molto su questi due settori lavorativi, è assolutamente inaccettabile che siano lavori sottopagati. Per questo la Ficalms ha iniziato a fare leva su questa problematica, chiedendo a gran voce che ci sia l’applicazione di contratti collettivi nazionali, il consolidamento dell’orario per chi lavora in modo discontinuo, maggiori tutele per le lavoratrici e i lavoratori stagionali e incentivi alle imprese legati alla qualità dell’occupazione.
Saranno proposte che la Filcams farà durante l’evento del 18 marzo al Salone delle Fontane di Roma per festeggiare i 65 anni della Federazione. Bisogna combattere il lavoro povero, purtroppo questi settori risultano essere precari per troppi lavoratori italiani e questo non è possibile nel 2025.