Il Consiglio di Stato, con la sentenza 2456/12, pubblicata dalla quinta sezione civile, ha apportato alcune importanti novità circa l’apertura di nuove pompe di benzina, da più parti auspicata al fine di incentivare la concorrenza tra compagnie e distributori, anche nei piccoli centri, contribuendo in tal modo a ridurre il prezzo del carburante al servizio e al self service. Nell’attesa di una ulteriore rivisitazione del settore, cerchiamo di comprendere quali siano le novità previste dalla pronuncia del Consiglio.
La sentenza ha dichiarato che deve oramai ritenersi definitivamente superato il precedente orientamento giurisprudenziale secondo cui le autorizzazioni all’apertura degli impianti di distribuzione di carburanti devono essere rilasciate alla luce dell’intero apparato distributivo locale esistente, nel quale la distanza minima tra le pompe di benzina costituisce un parametro che occorre verificare.
In termini meno criptici, nel precedente orientamento giurisprudenziale la distanza tra le varie pompe di benzina era considerata come criterio utile per valutare la possibilità di sopravvivenza sul mercato di ogni esercizio commerciale, e l’esigenza di assicurare agli utenti condizioni ottimali per la fruizione del servizio.
► IL GOVERNO MONTI E LA LIBERALIZZAZIONE DELLA BENZINA
Un atteggiamento già bocciato dalla Corte UE, che aveva ribadito come – stabilendo le distanze minime – la normativa italiana avrebbe protetto lo status quo di chi è già nel settore (poiché la norma riguarda solo i nuovi esercenti) finendo per creare una disparità di condizioni tra i vecchi e i nuovi operatori.
Alla luce di quanto invece pronunciato dal Consiglio di Stato, e in attesa di verificare l’impatto delle nuove aperture sul comportamento degli operatori sul territorio e, in particolar modo, sull’andamento dei prezzi alle stazioni di rifornimento, è stato pertanto stabilito che i benzinai possano scegliere il luogo dove installare la propria pompa di benzina.
