Sono numerose, e non certo trascurabili, le novità del “Decreto Crescita”, il provvedimento che l’esecutivo ha approntato per cercare di rilanciare lo sviluppo economico italiano, con una particolare attenzione per il mondo del lavoro autonomo e dell’impresa. Come abbiamo riportato qualche giorno fa sulle pagine del nostro sito, una delle novità più significative riguarda l’effettiva implementazione della società a responsabilità limitata semplificata (o Ssrl, o società semplificata), che diverrà accessibile a tutti e non, come invece era stato inteso in un primo momento, ai soli under 35.
Importante novità semplificativa anche per quanto concerne i contratti di rete: la sottoscrizione di tali accordi potrà infatti avvenire attraverso firma digitale. Le imprese poste all’interno delle aree industriali in crisi troveranno di maggiore aiuto la possibilità di poter fruire della annunciata riforma degli incentivi per la riconversione delle stesse zone, che si preannuncia poter generare una boccata d’ossigeno per le imprese poste in aree territorialmente svantaggiate.
All’interno del Decreto sono altresì contenute alcune norme per l’accelerazione dell’erogazione dei contributi alle imprese finiti in perenzione, e al salvacondotto sugli impegno di investimento assunti e non rispettati dalle imprese agevolate dai bandi 488 (intascheranno comunque i contributi, pur mantenendo gli impegni, salvo che non siano già state emesse delle revoche di spesa).
► LE NOVITA’ SUL TESTO DELLA RIFORMA DEL LAVORO
Arriva inoltre la revoca dei contributi assegnati alle imprese che fanno innovazione industriale se non è mai stata avanzata richiesta di erogazione per lo stato di avanzamento. Infine, previsto l’obbligo di informativa alle Camere di Commercio sull’origine e la provenienza dei beni importati (per la tutela del made in Italy), la nascita del fondo per la crescita sostenibile (inizialmente dotato di 2 miliardi di euro, assorbirà il fondo per l’innovazione), e la possibilità – per il credito di imposta – di coprire fino al 30% delle spese sostenute in azienda per la ricerca e per lo sviluppo. L’investimento dovrà in questo caso essere di almeno 50 mila euro.