In Senato la Commissione Industria ha introdotto alcune modifiche al decreto sulle liberalizzazioni fortemente voluto dal governo Monti allo scopo di incentivare l’occupazione giovanile e dare un serio impulso alla ripresa economica. In tutto sono 141 le modifiche introdotte tra riscritture e nuove vere modifiche al testo.
A questo punto proviamo a fare il punto della situazione e occuparci delle novità in materia di lavoro.
Per prima cosa le pubbliche amministrazioni potranno saldare i loro debiti con le compensazioni, mentre i Comuni sono chiamati, come in precedenza, a fissare, se necessario, le licenze dei taxi in base alle indicazioni dell’Authority dei trasporti che sarà chiamato ad esprimere un parere vincolante. Il testo conferma anche l’esenzione dei costi bancari per i pensionati che provvederanno a versare le loro pensioni , ma solo coloro che percepiscono una pensione non superiore a 1500 euro mensili. Non solo, sul versante delle banche ci sono altre novità: le banche non potranno imporre clausole per le linee di credito, il mutuo sarà rinegoziabile e portabile senza addebiti vari e gli Istituti bancari non potranno più fare sottoscrivere ad un contraente di un mutuo un conto corrente e dovranno proporre al cliente almeno due polizze di due compagnie diverse.
Diverse le novità anche nel campo delle professioni, in particolare verso i notai: non servirà l’intervento del notaio per chiudere l’ipoteca, per aprire una società semplificata, ossia composta da giovani, il notaio sarà gratuito. È anche prevista un aumento della pianta organica visto che dal 2015 i concorsi per notai saranno annuali.
In campo assicurativo sarà più veloce ottenere il risarcimento per il furto e l’incendio da parte delle assicurazioni, mentre l’aggiornamento dei premi assicurativi scatterà «automaticamente» ogni anno, sale fino a 5 anni di reclusione la pena per chi commette frodi e addio ai rimborsi per colpo di frusta.
Il nuovo testo prevede anche l’abolizione dell’obbligo di preventivo scritto per le prestazioni professionali e, in attesa di un apposito decreto ministeriale, le tariffe professionali rimarranno un riferimento solo per le liquidazioni giudiziali. Infine, la Chiesa pagherà l’Imu per la parte di immobili destinati ad attività esclusivamente commerciali.