La Commissione del Senato ha dato il suo parere favorevole al ddl lavoro fortem,ente voluto dal governo Monti, apportando alcune modifiche. Nel segmento dei voucher in agricoltura è stato deciso che il buono lavoro potrà essere usato dalle aziende con un fatturato inferiore ai 7 mila euro: sopra questo tetto esso sarà consentito solo per l’impiego di studenti sotto i 25 anni e per i pensionati (e non più anche per le casalinghe).
Dal provvedimento rimangono esclusi gli iscritti alle liste nominative. È stato anche deciso di introdurre il valore orario dei voucher che sarà stabilito periodicamente dopo il confronto con le parti sociali. Su questo particolare e delicato tema il sindacato ha espresso viva soddisfazione tanto che i responsabili della categoria hanno osservato che
Il lavoro fatto in Commissione viene incontro alle esigenze avanzate in questi giorni da migliaia di lavoratori e lavoratrici del settore agricolo, che in ben due scioperi, hanno protestato contro un’ipotesi – per fortuna oggi scongiurata – che avrebbe liberalizzato in modo selvaggio l’uso del voucher e abolito diritti e tutele per i lavoratori del settore
Non solo, è stato anche introdotto il salario base per i co.co.pro facendo riferimento ai salari minimi dei dipendenti per figure analoghe. In materia di contratti a termine è stata allungata da 6 mesi ad un anno la che può essere stipulato senza causale e, nei casi di specifici processi organizzativi (come start up, lancio di nuovi prodotti, cambiamenti tecnologici, seconde fasi di progetti) i contratti collettivi potranno prevedere una riduzione del periodo di ‘pausà tra un contratto e l’altro (20-30 giorni in luogo di 60-90 giorni).
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Si è anche deciso di introdurre una “una tantum” in favore del collaboratore che perde un lavoro; in effetti, secondo alcuni calcoli se si lavora tra i 6 mesi e un anno in media si avrà un assegno di circa 6mila euro per un anno.
È stata anche confermata la stretta sulle partite Iva. In questo caso, se il reddito annuo lordo di chi ha una partita Iva è di almeno 18mila euro si presumerà che la partita Iva sia vera. Si cambiano anche gli indicatori di rischio che fanno supporre la falsità di una partita Iva; in effetti, basta avere una postazione fissa e la durata dai sei agli otto mesi: l’unica eccezione per i lavoratori iscritti ad un ordine professionale.
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