Con la riforma del mercato del lavoro debuttano nuovi strumenti in materia di incentivi alla stabilizzazione e di sostegno al reddito che serviranno, almeno nelle intenzioni del Governo Monti e soprattutto da parte del Ministro del Lavoro, a dare nuovi impulsi al fine di stabilizzare il mercato del lavoro e offrire nuovi strumenti alle imprese con la sospirata flessibilità, anche se l’attuale presidente di viale dell’Astronomia, Confindustria, rimane fortemente critico e dubbioso sulla vera efficacia scontrandosi con le posizioni del Ministro Elsa Fornero.
Le novità previste, e contenute nel provvedimento approvato al Senato e ora presente alla Camera, sono molte: si passa da una rivisitazione del sistema degli ammortizzatori sociali con l’introduzione dell’ASPI, la nuova assicurazione sociale a sostegno del reddito, fino ad una nuova riformulazione del rapporto di apprendistato che, con la riforma, diventa ora lo strumento principale per l’ingresso nel mondo del lavoro.
Il nuovo apprendistato finalizzato all’assunzione prevede una durata minima di sei mesi, anche se, poi, il legislatore, ha preferito introdurre un limite del 50% delle assunzioni per le aziende con meno di 10 lavoratori per non creare abusi dal nuovo provvedimento. Non solo, ricordiamo che la nuova ASPI prevista dalla riforma potrà anche essere incassata tutta una sola volta per favorire, come aveva già previsto il precedente governo Berlusconi con analoghi strumenti, l’avvio di nuova imprenditorialità.
► Le novità sul testo della riforma del lavoro
L’ assicurazione sociale per l’impiego, o Aspi, non decade anche durante risoluzioni di lavoro ricorrendo allo strumento della conciliazione per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.
Con molta probabilità il punto più importante del provvedimento è, almeno nella posizione del sindacato, contenuto nelle modifiche dell’articolo 18. Infatti, se da una parte le imprese hanno chiesto una maggiore flessibilità in uscita dall’altra il sindacato ha cercato di difendere il sistema dei diritti acquisiti portando a una soluzione di compromesso introducendo il reintegro anche per motivi economici su decisione del giudice di competenza. Il dispositivo approvato dal senato prevede anche una importante novità rispetto al passato; infatti, l’eventuale procedura di conciliazione non si blocca in presenza di malattia del lavoratore, ma solo gravidanza o stati di infortunio sul lavoro.
► Iniziato l’iter parlamentare sulla riforma del mercato del lavoro
La riforma del lavoro pone anche un limite ai contratti a tempo determinato introducendo un contributo che si somma alla normale contribuzione previdenziale e sociale pari all’1,4%: l’idea è quella di mettere un freno ad un uso selvaggio della manodopera prevedendo anche una parziale equiparazione tra il lavoratore dipendente e uno a progetto da un punto di vista contributivo portando il peso dei suoi contributi fino ad una quota vicina al lavoratore dipendente: 27,7% contro un 33%.