Altre novità in arrivo sull’articolo 18 in materia disciplinare-economico ; in effetti, è stato presentato un emendamento che mira a ottenere meno poteri ai giudici in caso di licenziamenti disciplinari, più tutele in caso di licenziamenti economici per i lavoratori che devono affrontare un processo e sono arrivati alla fase dell’appello.
Sono due novità non di poco conto perché sembrano, di nuovo, mettere in discussione l’intesa raggiunta con le organizzazioni sindacali nelle scorse settimane. Con questo emendamento, a firma del governo Monti, si intende modificare il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. Non solo, in tema di lavoro risultano poi presenti 800 emendamenti (300 Pdl, 150 Pd, 125 Lega, 145 Idv) presentati dai gruppi in commissione a Palazzo Madama, dove l’inizio delle votazioni dovrebbe pero’ slittare dopo il primo maggio.
Per l’esponente del Pd, Cesare Damiano,
Qualsiasi intervento e’ pero’ ”una scelta delicata perche’ l’equilibrio raggiunto non puo’ essere messo in discussione. I lavoratori debbono rimanere certi di avere sempre a disposizione una protezione dai licenziamenti facili
L’attenzione maggiore dei gruppi parlamentari è sulla flessibilità in entrata: un campo del tutto nuovo con diverse proposte sul tappeto e finalizzate a trovare un meccanismo flessibile per incrementare l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani.
Tra questi le partite Iva e contratti a termine sono i due punti in discussione. Infatti, le primo caso, in nome di un’autonomia lavorativa, si intende eliminare il vincolo per alcune categorie di lavoratori di vedersi obbligati a trasformarsi in dipendenti contro il loro desiderio. Sui contratti a termine si vuole intervenire sulla lunghezza delle pause che devono intercorrere tra un contratto a termine e il successivo.
Intanto è scontro tra i sindacati sulle modalità di protesta: da una parte la UIL è fortemente critica perchè per una giornata di sciopero generale si avrebbe un calo del Pil di quasi lo 0,5%”, ma dall’altra parte Susanna Camusso osserva che questo è
conto un po’ strano
Lo sciopero, per il segretario confederale della CGIL, è uno strumento di lotta utilizzato per difendere i propri diritti e, per ogni lavoratore, è senza dubbio uno strumento estremo perché pesa sulla busta paga, ma non è possibile far finta di nulla.
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