Negli ultimi giorni si è scatenata una vera e propria gara a individuare con maggiore attendibilità il numero degli esodati, quei lavoratori che nel corso degli ultimi mesi / anni hanno scelto di interrompere il proprio rapporto di dipendenza nei confronti dell’azienda, convinti di essere pressochè prossimi alla pensione, e di poter arrivare a questo importante traguardo potendo contare sugli strumenti di ammortizzazione sociale ordinaria e straordinaria posti in essere per permettere logo un sereno traghettamento verso il cedolino pensione.
Ebbene, con la riforma Fornero molti di quei lavoratori che nel corso degli ultimi anni hanno optato nei confronti di un’interruzione anticipata del proprio rapporto di lavoro, hanno visto allungata, in maniera significativa, la distanza che li separa dall’agognata pensione, rimanendo in una sorta di limbo contraddistinto da una parte dall’assenza di redditi da lavoro, e dall’altra dalla mancanza di prestazioni previdenziali.
Sebbene il ministro Fornero abbia aperto circa la possibilità di introdurre delle deroghe in favore di questi soggetti, particolare prudenza e preoccupazione è stata espressa da parte sindacale, a cominciare dai numeri. Nessuno sembra infatti aver ben noto il volume complessivo degli esodati: il governo aveva inizialmente asserito che il fenomeno fosse tutto sommato limitato, includendo nel recinto di esodo circa 65 mila persone. Stando a quanto invece dichiarato da Mauro Novi – direttore generale dell’INPS – pochi giorni fa, il numero dovrebbe aggirarsi intorno alle 350 mila unità.
Considerando che in Italia i pensionati sono circa 19 milioni, e che gli assegni pensionistici sono quasi 22 milioni (esistono, di fatti, pensionati che non percepiscono assegni), gli esodati risultano quindi essere il 2% di tutti i pensionati, pari a coloro che andanno in pensione tra due anni.
Speriamo, a questo punto, che il ministro Fornero possa produrre utili novità in merito. Vi terremo aggiornati.
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